Oggi abbiamo fra noi la bravissima Maena Delrio, autrice di Donne di Ginepro, di cui pubblicherò la recensione a gennaio 2025. Il suo modo di scrivere, la sua attenzione ai problemi delle donne e la sua personalità mi hanno incuriosito. Ho letto il suo libro e l’ho trovato molto bello e vero. Facciamo due chiacchiere insieme per conoscerla meglio.
Napoleonardo: Ciao Maena, come ti ho già detto sono molto contento di averti conosciuta e ho apprezzato il tuo modo di scrivere, ma sono rimasto molto colpito dalla violenza dei fatti che racconti, dagli argomenti che tocchi con delicatezza e dalla tua passione per la tua terra, la Sardegna. Ci vuoi dire qualcosa in merito a questa tua particolare attenzione alla denuncia della violenza contro le donne?
Maena: Ciao Leonardo! Innanzitutto, vorrei ringraziarti per questa bella opportunità che mi dai di parlare della mia scrittura e dei valori in cui credo. Sono fermamente convinta che la letteratura non debba fermarsi al semplice intrattenimento e anche attraverso la forma del romanzo sia necessario veicolare tematiche importanti e stimolare la riflessione nel lettore. La violenza sulle donne è un tema a me caro, del quale non si parlerà mai abbastanza. Attraverso i miei scritti cerco di fare la mia parte, mantenendo alta l’attenzione.
Napoleonardo: Hai scritto un racconto molto bello, usando delle immagini per dire senza dire in modo esplicito, con una delicatezza che ha incantato i tuoi lettori. Sto parlando del racconto Muro D’edera. Come è nata l’idea?
Maena: Ricordo che si parlava di narcisismo patologico in relazione a un recente fatto di sangue, l’ennesimo femminicidio che aveva occupato per settimane le prime pagine dei giornali e della cronaca nazionale. Il narcisista, per definizione, utilizza atteggiamenti espliciti di superiorità, disprezzo, svalutazione e arroganza nei confronti degli altri perché ha la necessità di difendersi da possibili ferite al proprio valore personale, alla stregua di un rampicante che non può crescere in posizione eretta e dunque si sviluppa appoggiandosi a sostegni naturali e avviluppandovi le radici per trovare il nutrimento necessario a prosperare. Questi uomini si accompagnano a donne brillanti, solide, dalle mille qualità, solo per il piacere infimo di vederle sgretolarsi pezzo dopo pezzo. Ho sentito l’urgenza di raccontare la storia di Edera e Muro perché, a volte, una favola è più efficace di mille evidenze.
Napoleonardo: Il tuo racconto è stato letto in una classe, una terza media, e ha coinvolto tutti i ragazzi al punto che l’insegnante che ha scelto te per parlare loro della violenza contro le donne, mi ha raccontato di essere rimasta stupita dal silenzio durante la lettura e dalle mille osservazioni al termine della stessa. Come ti fa sentire questa cosa?
Maena: da qualche parte una volta ho letto una poesia, purtroppo non ricordo il titolo e l’ autore ma il significato mi è rimasto impresso. L’autore affermava che siamo nati solo per caso nella parte giusta del mondo e che per ringraziare il destino per questa fortuna dovremmo almeno impegnarci a diventare la miglior versione di noi stessi. Sapere che il mio racconto è arrivato a destinazione, che il seme racchiuso nel mio testo ha raggiunto il terreno fertile di quelle giovani menti e che un giorno forse le mie parole contribuiranno a plasmare gli adulti di domani e a renderli migliori… mi fa sentire in pace con il mondo.
Napoleonardo: Quando e come è nato in te il desiderio di narrare quello che hai dentro nella forma del romanzo o, più in generale, della scrittura?
Maena: non ricordo un periodo della mia vita senza la scrittura. Fin da piccola ho sentito l’esigenza di esprimere in parole le immagini create dalla mia fervida immaginazione, o anche solo di riordinare sui fogli bianchi le emozioni che affollavano la mente in matasse disordinate. Racconti fantastici, diari, poesie. Ho sperimentato di tutto. A trent’anni è successo qualcosa. Una nuova consapevolezza, suppongo, una rinascita. O forse l’urgenza era diventata troppo pressante per continuare a ignorarla. Ho scritto il primo romanzo, e mi sono sentita libera. Era Donne di ginepro, ma ancora non lo sapevo.
Napoleonardo: In Donne di Ginepro hai scelto di parlare d’amore nelle sue diverse forme: amicizia, sorellanza, amore filiale. Nonostante tu abbia raccontato la violenza e l’odio insieme al pregiudizio, hai sempre un sottofondo di fiducia nell’amore. Ho ragione?
Maena: è così. L’ amore nella sua forma più pura vince sempre. È il donare sé stessi senza aspettarsi nulla in cambio. È quel tipo di amore che genera vita. Ed è la forza più potente al mondo.
Napoleonardo: Quanto è importante per te la tua origine?
Maena: è fondamentale. Solo se hai radici salde puoi estendere i tuoi rami verso il cielo senza paura. Le mie affiorano dalle profondità un’isola antica e bellissima, sfortunata per molti aspetti ma anche generosa. Quando nasci in un posto simile, ne assimili inevitabilmente i tratti, le asperità della roccia e la ricchezza della terra sono in te, rifletti ciò che respiri, i paesaggi nei quali si perde il tuo sguardo. Ti senti parte del tutto. La mia anima artistica ha origini antiche, mia nonna era nata negli anni trenta in una famiglia poverissima, eppure scriveva poesie e cantava in pubblico alle feste di paese.
Napoleonardo: Di cosa sei particolarmente orgogliosa?
Maena: dei miei figli. Non c’è nient’ altro che mi renda più orgogliosa al mondo. Il resto svanisce, al confronto. È anche per loro che cerco di trarre il meglio da ciò che faccio, anche dalla scrittura. Voglio che capiscano quanto è importante appassionarsi a qualcosa, inseguire i propri sogni, sentirsi completi e appagati da ciò che si fa e guardare sempre al futuro. Spero che il mio esempio possa essere per loro fonte d’ispirazione.
Napoleonardo: In ambito della narrazione hai sperimentato qualche forma diversa? Teatro, musica? O hai intenzione di farlo in futuro?
Maena: Mi piace dipingere. Anche quella è una forma di narrazione potente, con le immagini si possono raccontare gli stati d’animo, le emozioni.
Napoleonardo Ci sono degli autori a cui ti ispiri?
Maena: in realtà, la lettura per me è sempre un’attività altamente stimolante. Cerco di imparare dagli gli autori che “incontro” e ogni libro mi regala emozioni, alcuni più di altri. Tutti contribuiscono a formarmi come scrittrice. Ma ci sono frasi che hanno ispirato e continuano a ispirare la mia vita, al di là della scrittura. Una tra tutte, quella de La gabbianella e il gatto, di Sepulveda: vola solo chi osa farlo.
Napoleonardo: Carissima Maena, grazie e a presto. Fai un saluto a chi vuoi e ricorda che il nostro spazio è sempre aperto a messaggi positivi come quelli che hai portato tu.
Maena: Ancora grazie di cuore a te, Leonardo. E grazie anche a chi mi leggerà.