Streghe di Italia: La paglia del demonio e C’è una certa vecchia che ha nome Dipsas

Continuano i mini articoli sui singoli racconti tratti dalla raccolta dal titolo Streghe d’Italia pubblicato da NPS EDIZIONI.

witch eyes
witch eyes

La paglia del demonio di Miriam Palombi è ambientato a Grosio nella provincia di Sondrio. Anche in questo racconto si alternano passato e presente. Dal 1700 arriviamo sino a circa un ventennio fa. 

Una mostruosa creatura, una strega, divora le sue vittime innocenti. In pochi istanti l’autrice ci conduce ai giorni nostri e ci fa rivivere un rito al demonio altrettanto terribile.

Che cos’è, dunque, la paglia del demonio?

Lo spiega la professoressa Eva Lynch durante una conferenza sulle tradizioni popolari e sul folclore. Si tratta di un rito pagano in cui veniva bruciato un fantoccio in sembianze umane al fine di usarlo come capro espiatorio dei mali dell’anno passato per poi usarne le ceneri per rendere fertili i terreni.

Il giornalista Luca Molinari è presente alla conferenza ed è molto colpito dalla narrazione della donna che ha un che di seducente anche se parla di rituali orribili. Luca riesce ad avere l’attenzione della dottoressa Lync per un suo parere su una serie di omicidi seriali sui quali sta indagando. La storia è narrata in modo avvincente e vi trascinerà in un abisso di orrori.

Il giorno della giubiana
Il giorno della giubiana

Il racconto si collega alla tradizione popolare del giorno della Giubiana che ancora oggi si celebra in alcuni paesi dell’Italia del nord.

C’è una certa vecchia che ha nome Dipsas di Alessandra Leonardi è un racconto con un stile moderno e irriverente. La strega protagonista è Dipsas che è anche il nome di una specie di serpenti. Dipsas spiega alle sue amiche riunite a Villa Pamphili (nel cuore di Roma) che il suo nome è antico quanto lei che ha duemila anni ed è nata in Grecia per poi trasferirsi a Roma.

Ecate
Ecate

Significa assetata di vita e spesso le è stato contestato che il senso del suo nome è legato al suo smodato consumo di vino. In realtà lei è una creatura antica, ha ripetutamente bevuto il sangue dei bambini per ritornare giovane, ha compiuto atti mostruosi, ma ne parla come fossero cose normali. Le donne riunite bevono e pregano Ecate, dea dell’oscurità e della magia nera mentre usano i loro smartphone e si accendono sigarette alla luce della luna. Dipsas racconta delle sue avventure amorose con Ovideo e di come l’uomo ha da sempre usato le streghe per i propri interessi personali, ma le ha poi pubblicamente perseguitate accusandole di orrori di cui le ha incaricate per secoli.

L’autrice alterna usi e costumi odierni smontando l’atmosfera oscura degli altri autori e usando la propria competenza in ambito storico per far vivere l’avventura di un gruppo di streghe moderne comandate dall’antica strige in grado di mutare la propria forma e volare via.