La matematica si scopre o si inventa?

La matematica è il linguaggio che Dio ha scelto per descrivere il mondo, oppure è solo un ottimo strumento per la modellazione dell’universo? Questa domanda di natura filosofica mi fu posta negli anni 90 dal mio professore di Sistemi alle scuole superiori.

La matematica si inventa o si scopre?
La matematica si inventa o si scopre?

Negli anni 90, frequentavo l’Istituto Tecnico Industriale (ITIS) Vittorio Emanuele III di Palermo nella specializzazione Informatica. Le materie erano tutte tecniche, o quasi, e gli studi erano orientati alla matematica, statistica, informatica, ma non mancavano di certo italiano e storia.

La materia più divertente e complicata, però, era SISTEMI insegnata dal PROFESSORE. Quello che non ha bisogno di altro titolo per essere riconosciuto da uno dei miei ex compagni di classe: Renato Sorcinelli, un mito.

Il professore, e non un professore, perché quella meravigliosa creatura che fu Renato Sorcinelli, ci teneva proprio a che fossimo curiosi, che imparassimo che tutto è interessante e che il mondo è da esplorare in ogni sua sfumatura.

Sorcinelli era un ingegnere elettronico con una formazione umanistica. Aveva studiato al liceo classico e, vi assicuro, che si vedeva la differenza con chi ha una formazione, come me, totalmente tecnica.

La sua mente era molto brillante, ma soprattutto, aveva una missione: farci innamorare della curiosità e della conoscenza. Per lui non erano importanti le singole nozioni che ci avrebbe dovuto insegnare, ma piuttosto l’approccio alla conoscenza.

In una delle sue lezioni fuori dal comune ci fece proprio questa domanda: “La matematica si scopre o si inventa?” e ci lasciò di stucco perché nessuno di noi aveva l’abitudine a pensare in questo modo.

Si trattava di una domanda di filosofia, ma noi non sapevamo neanche cosa fosse la filosofia. Avevamo tutti degli amici che studiavano al classico o allo scientifico e ci piaceva confrontarci con loro, leggere di nascosto i loro libri di testo, ragionare e sognare di poter fare tutte le scuole per imparare tutto e non solo una parte!

Iniziammo una riflessione comune e un confronto serrato che continuò negli anni fino alla fine del percorso scolastico. L’idea è che se la MATEMATICA SI INVENTA è uno strumento ideato dagli uomini per descrivere in modo efficiente modelli che possano approssimare i fenomeni naturali spiegando, insieme alla fisica, chimica e tutte le materie scientifiche, il nostro universo.

Se, invece, la MATEMATICA SI SCOPRE, stiamo dicendo che in qualche modo è un linguaggio già esistente che Dio, o chissà chi, ha deciso di usare per descrivere l’universo e i suoi meccanismi.

Noi giocavamo moltissimo con i videogame e studiavamo di continuo modi per costruire modelli matematici semplici per realizzare palline rimbalzanti, rappresentare in una matrice bidimensionale un mondo di un videogame.

ATARI 2600 – Combat – Carri armati

Persino in un vecchio videogame come COMBAT dell’ATARI 2600, ci doveva essere un modello matematico che descrivesse le traiettorie dei proiettili, rappresentasse gli ostacoli sullo schermo e la posizione dei nemici su un piano cartesiano.

Insomma, per un informatico degli anni 80-90, la matematica era indispensabile. Nessuno di noi, però, sapeva rispondere alla domanda del professore. E, ovviamente, nessuno potrà mai rispondere ad una domanda simile, ma potrà imparare a porsi domande simili, a ragionare per il gusto del ragionare, confrontarsi con gli altri e riflettere.

Nell’era del tutto e subito, della comunicazione immediata ma poco efficace, mi piace tornare con la memoria a quel mondo che, ormai, mi pare appartenga al RETROGAME anche se non si parla di videogame. Mi piace ricordare che se sono quello che sono oggi, lo devo a LUI. Che se uno dei miei ex compagni oggi è laureato in fisica lo deve a lui, se qualcuno di noi con poca voglia, ma molto istinto e tanta testa, ha realizzato qualcosa nella vita, lo deve a lui.

Non voglio, però, fare solo un articolo per commemorare il professore, ma perché mi accorgo solo adesso che il mio blog ha preso proprio una piega SORCINELLIANA….si mi impegno perché qualcuno di giovane possa leggere fra le mie righe e innamorarsi della vita, della scienza, della conoscenza.

Non sono un professore, non sarò mai come lui, ma posso sperare di gettare un semino nelle menti di coloro che mi incontrano e che la determinazione e la costanza che mi hanno da sempre accompagnato nel viaggio della mia vita, possano essere passate di mano come il testimone in una staffetta in cui siamo tutti nella medesima squadra.