Cos’è oggi Halloween? Probabilmente è una delle feste più discusse di sempre. Ammirata da alcuni, disprezzata da altri, incompresa da molti, ma in ogni caso amata dai bambini e da quegli adulti che ancora cercano nel cielo buio della notte un barlume di magia. È una festa ormai banalizzata, quasi umiliata dal consumismo sfrenato che regola le nostre vite, ma Halloween ha un significato più profondo, che scava tra le radici della Storia. Racchiude in sé qualcosa di antico, di misterioso e ambiguo, che ci affascina, ci intriga e ci fa un po’ paura. Rappresenta l’archetipo dell’incontro del mondo dei vivi e dei morti, di ciò che c’è e di ciò che non c’è più, del visibile e dell’invisibile, del bene e del male, del giorno e della notte.
Era la festa che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno nella lontana tradizione celtica da cui è nata. L’inverno era un periodo freddo, buio e ostile, in cui la terra moriva, senza frutti, mentre l’estate era la stagione calda, ricca, feconda, piena di vita. Il 31 Ottobre era il confine tra estate e inverno. Novembre annunciava l’inizio del nuovo anno, in una scansione temporale ciclica dettata dal ritmo della natura e non da quello dell’uomo. Un eterno morire per poi rinascere.
In questo contesto, ha origine una festa dal carattere quasi apotropaico e dionisiaco, in cui maschere grottesche erano l’unico strumento che avevano gli uomini per difendersi dalla presenza degli spiriti dei morti che tornavano in superficie. La notte degli spiriti (Hallows Eve) dava l’inizio a un periodo lungo di convivenza tra morti e vivi, in cui la linea che separava le due condizioni era sottile e vaga.
La festa di Halloween, però, nel corso dei secoli è stata anche sinonimo di contaminazione e resistenza, perché è passata attraverso conquiste e religioni, ha viaggiato e attraversato continenti, fino a diventare patrimonio di tutti, arricchendosi di leggende e di nuovi volti, includendo nel bagaglio di simboli che si porta dietro streghe, fantasmi, zucche intagliate e l’immancabile domanda: dolcetto o scherzetto?
Tuttavia…
Osservando attentamente ci si rende conto che qualcosa non va più come prima. Lentamente questo universo immenso di storia, cultura e tradizione si sta disfacendo. Rimangono i costumi e le maschere, sempre più imponenti, ma della magia originaria resta ben poco. Assistiamo a uno di quei casi in cui il nuovo sta annientando il vecchio, senza rispetto e senza averne dignità. Sono pochi i bambini che bussano ancora alle porte la sera del 31 Ottobre. Sono poche anche le streghe che volano nei cieli attraversando la luna. Gli spiriti dei morti non vengono più a trovarci in superficie perché preferiscono rimanere nel loro inferno, piuttosto che salire nel nostro e le zucche di Jack-o’-Lantern si spengono a poco a poco. Una flebile luce piange dai loro occhi.
Lévi-Strauss direbbe che abbiamo davanti un Halloween giustiziato, dimenticato, i cui resti sono abbandonati in una piazza vuota. Il giustiziere ha sicuramente l’aspetto delle lucine intermittenti di Natale che già da un po’ colorano i soffitti dei supermercati, fuori da ogni contesto e che ci rendono assuefatti, annoiati e stanchi.
Mi appello, quindi, a tutti i bambini lettori.
Arrabbiatevi. Rivendicate il diritto ad Halloween, al Natale e, in generale, alla magia. Tornate a guardare il cielo sognanti e a correre liberi, inseguendo un folletto o cercando le fate. Loro sono lì, nascosti e impauriti in qualche cespuglio o tra i rami degli alberi e vi aspettano. Quando li troverete vi faranno i dispetti, ma saranno contenti di giocare di nuovo con voi. Riprendetevi le attese. Il gusto di aspettare, il piacere di ricevere ogni cosa nella giusta misura, senza fretta, distillando i minuti, senza ingordigia. Nella notte di Halloween ascoltate nel buio della notte, pazienti, e sentirete la risata di una strega; spegnete le lucine intermittenti e accendete zucche e lanterne; divertitevi, giocate e bussate a quante più porte possibili. Svegliate gli adulti che dormono raggrinziti e impigriti, ciechi, ingordi ed egoisti. Svegliate tutti quanti… Io vi aspetto!