Fede Frattale di Giulia Abbate (recensione)

Spiazzante è la prima parola che mi viene in mente dopo aver finito di leggere il romanzo di Giulia Abbate dal titolo Fede Frattale.

Il mio primo incontro con i frattali risale agli anni 90, ricordo che eravamo ragazzi curiosi di ogni cosa e che provavamo a leggere riviste complesse come LE SCIENZE. In uno dei numeri mensili trovammo una spiegazione di cosa fossero i frattali e, in particolare, gli insiemi di Mandelbrot.

Insiemi di Mandelbrot...frattali!!!!!!

Matematica un po’ troppo alta per dei sedicenni iscritti all’I.T.I.S., ma talmente bella da farci provare a realizzare delle immagini con i nostri COMMODORE dell’epoca!

Che c’entrano i frattali con un romanzo ambientato in Sicilia?

In una Sicilia fuori dal tempo, misteriosi segni nel bosco causano la pazzia in chi li vede. Riuscirà Nadia a salvare la sua comunità in un mondo diviso da razzismo e disuguaglianze?

E questi SEGNI sono proprio dei frattali…non so perché l’autrice abbia cercato di usare proprio questo concetto matematico per introdurre un alone di mistero nel suo romanzo, ma funziona. Nadia è un donna di sessantanove anni e di lavoro fa nascere i bambini. In una Sicilia diversa da come è oggi, separata politicamente dall’Italia e molto in connessione con il nord Africa, lei convive con una cultura a metà fra quella siciliana, pur essendo di Roma, e quella araba.

"Fede Frattale" di Giulia Abbate
"Fede Frattale" di Giulia Abbate

La Sicilia si è trasformata in un gigantesco hotspot. Nessuno può uscire e andare liberamente in Italia e la vita si fa complessa per diverse ragioni.

Nadia è coraggiosa e affronta le avversità della vita quasi con noncuranza. Si getta a capofitto nell’aiutare il prossimo. Per lei aiutare la VITA è normale, il suo quotidiano. Purtroppo, insieme al bello delle nascite ci sono tante cose terribili.

La scrittura è fluida e delicata, specialmente quando l’autrice affronta dei temi delicati. Nonostante la connotazione fantascientifica l’attenzione è sull’umanità e sui mali del mondo. L’autrice è molto brava ad affrontare uno dei temi più attuali e orribili di oggi che è quello della violenza sulle donne.

Dietro l’apparente magia della giovane africana Nura, c’è un dolore immenso e una fiducia inaspettata che sembra fluire da donna a donna. Nadia è l’accoglienza, una madre per molte. Nura è sospettosa, ma non con Nadia.

Si lascia accogliere e abbracciare anche quando il dolore e la paura sono infinitamente grandi.

Un libro breve che si legge volentieri e che lancia messaggi positivi nonostante tutto. Lo consiglio!