Mia figlia è tornata da scuola lamentando che nessuno aveva ricordato una data così importante. Noi siamo di Palermo e per noi è indimenticabile anche dopo 31 anni. Capisco, però, che in un contesto scolastico romano, a distanza di tanti anni le emozioni, il dolore e la fatica di quel periodo sono troppo lontane, soprattutto per i ragazzini.
La gente non può ricordare per sempre con la stessa enfasi. Ho cercato di spiegare a mia figlia che non è importante solo commemorare, ma fare propri i valori e il messaggio delle persone che hanno combattuto per noi contro un sistema prepotente a cui siamo tutti in parte legati.
A queste mie parole qualcuno storcerà il naso, ma sono certo che comprenderà che intendo dire che tutti noi siamo a volte prepotenti e prendiamo le distanze da quello che ci fa paura. A volte siamo coraggiosi, a volte codardi, ma spero che l’insegnamento di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutti coloro che hanno combattuto la mafia, possa essere condiviso da tutti noi.
Non tutti saremo capaci di sacrifici enormi come quelli che fecero quelle persone per noi, ma possiamo continuare a vivere cercando il bene comune e non solo quello privato. Rispettando le persone prima ancora che le leggi e cercando la giustizia piuttosto che la vendetta.