Per questo mi chiamo Giovanni (recensione)

Un romanzo di Luigi Garlando edito da Rizzoli che racconta la storia di un padre e di un figlio che si confrontano sugli eventi avvenuti in Sicilia nel 92 in merito alle stragi di mafia.

Il titolo completo del libro è Per questo mi chiamo Giovanni – Da un padre a un figlio la storia di Giovanni Falcone. Il libro termina con una piccola intervista a Maria Falcone, sorella di Giovanni. La donna da sempre si batte perché la legalità e il rispetto dei principi che mossero la vita di suo fratello e della sua intera famiglia, siano rispettati.

Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone
Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone (copertina del libro)

Un bambino di Palermo, di nome Giovanni, scopre la storia della mafia in Sicilia e della figura di Giovanni Falcone attraverso il racconto del padre.

A scuola Giovanni subisce le angherie di un bullo di nome Tonio. Il piccolo delinquente chiede “IL PIZZO” ai compagni che glielo danno da così tanto tempo che non distinguono più cosa è bene e cosa male. Il padre di Giovanni scopre dalla maestra che in classe c’è stato un episodio di violenza, probabilmente attribuibile a Tonio. Tutti i bambini, però, compreso Giovanni non sono disposti a rischiare di mettersi contro Tonio.

Da qui il padre di Giovanni decide che è arrivato il momento di prendersi una giornata intera per stare con il proprio figlio e per raccontargli da dove viene il suo nome e quali orribili e meravigliose storie ci sono dietro la scelta di chiamarlo come il più importante giudice che abbia mai combattuto contro la mafia: Giovanni Falcone.

Il papà conduce da un quartiere all’altro di Palermo il proprio figliolo mostrandogli i luoghi in cui è nato e cresciuto Giovanni Falcone, i luoghi in cui ha studiato, lavorato, combattuto contro la mafia. Ha preparato tutto nel minimo dettaglio: ha ritagli di giornale, un ben preciso percorso da compiere e lo conduce dalla Kalsa fino all’autostrada all’altezza dello svincolo per Capaci per insegnare al figlio a non abbassare la testa davanti alla prepotenza.

L’esempio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e, alla fine, anche del padre stesso saranno per il piccolo Giovanni fondamentali per cambiare completamente idea sul modo di vivere la propria vita.

Il libro si conclude con l’incontro fra il piccolo Giovanni e la signora Maria Falcone che lo accoglie in casa, gli offre una fetta di cassata siciliana e gli parla ancora del fratello.

Fra immagini bellissime come quella dell’Alberto Falcone e tremende come l’autostrada distrutta e la casa della madre di Paolo Borsellino devastata dall’autobomba in via D’Amelio, l’autore ci conduce per mano in un mondo che non va messo da parte. Ci apre ancora una volta gli occhi a quel mostro che è stato ed è la MAFIA per tutti noi.

Un volume che ancora oggi viene usato come libro di testo nelle scuole per insegnare cosa sia la mafia e quali persone e con quali strumenti l’abbiano combattuta e la combattono ancora oggi.,

Il ricordo vivo di quei giorni è per me straziante e allo stesso tempo di conforto. Io che sono di Palermo e che ho vissuto quei momenti quando avevo 17 anni posso assicurarvi che si tratta di un libro che non può mancare nella vostra biblioteca casalinga. Compratelo e fatelo leggere ai vostri figli. Leggetelo anche voi e rileggetelo insieme ai vostri figli. Vi sarà d’aiuto e di grande conforto.

Grazie Giovanni, grazie Paolo e grazie anche all’autore Luigi Garlando per questo ricchissimo volume.