I tre moschettieri di Dumas (recensione)

Me lo avevano assicurato: “I tre moschettieri è un libro bellissimo! Devi leggerlo!”. Chi me lo ha consigliato è Gianni #leggitelounlibro. Aveva proprio ragione, I tre moschettieri è un libro che dovete leggere!

I tre moschettieri di Dumas
I tre moschettieri di Dumas

Un romanzo mai noioso, lungo a sufficienza per far compagnia, ma non troppo per non annoiare il lettore. I personaggi sono molto caratterizzati e dopo poche pagine si è già innamorati della vita avventurosa dei cavalieri di Francia. Il simpatico e giovanissimo D’Artagnan è l’eroe degli eroi e, intorno alla sua vicenda, si snodano le storie dei moschettieri Athos, Porthos e Aramis. I tre amici sono bravissimi con la spada e hanno caratteri molto diversi fra loro. Ciascuno di loro incontra D’Artagnan per caso e con lui litiga promettendogli la morte in un duello con la spada.

Athos è un nobile che preferisce nascondere la sua vera identità dietro questo nome e combatte per il Re di Francia scontrandosi spesso con il Cardinale di Richelieu che è l’altra potenza politica del paese, in tante cose ben più potente e scaltro del Re stesso. Athos è un accanito bevitore con una storia di dolore alle spalle che non rivela se stesso se non poco alla volta e soltanto a chi è un vero amico.

Porthos è forte, coraggioso e ama le belle donne e il buon cibo.

Aramis è sempre indeciso se continuare a vivere come moschettiere o se dedicare la sua vita a Dio in qualità di religioso. In realtà è un gaudente come gli altri, innamorato di una donna che lo fa soffrire e, spesso, si rifugia in questo desiderio irreale di volersi consacrare a Dio per sfuggire il confronto. È un uomo molto istruito e con una vena poetica e una dialettica capace di competere con il Cardinale.

Le avventure di questi uomini forti, a volte chiassosi, sempre coraggiosi e devoti alla loro amicizia più di ogni altra cosa, vi faranno innamorare. Il personaggio di Athos è quello più affascinante e cupo allo stesso tempo. Diviene una sorta di padre per D’Artagnan che ricambia il suo affetto.

I moschettieri sono anche capaci di tenere duelli verbali di altissimo livello. Sono tutte persone istruite e capaci di gestire le loro emozioni in situazioni difficili. Sono bellissimi i dialoghi fra amici che si danno sempre del lei tranne in un paio di occasioni in cui Athos e D’Artagnan si danno del tu per un istante. L’autore scivola volutamente su toni confidenziali fra i due a sottolineare la particolarità del rapporto.

Ciascuno dei moschettieri ha un proprio fedele servitore che rispecchia in parte le caratteristiche del proprio padrone: c’è quello furbo, quello forte, quello riflessivo e quello coraggioso. Ognuno di loro è quasi un’estensione del personaggio che serve.

Gli amori e i favori di una donna sono spesso la causa di guerre, duelli e la loro deliziosa maniera di relazionarsi con i soldati rende le donne un po’ effimere rispetto agli uomini. Soltanto un paio di personaggi femminili sono molto importanti al fine dello svolgimento della storia: la dolce signora Bonacieux e la terribile Milady di cui si parla lungamente in tutto il romanzo e senza la quale i fatti di cui si narra non avrebbero motivo di esistere.

Una storia fatta per affascinare con il suo linguaggio elegante, i modi leziosi dei personaggi, le continue scaramucce fra i soldati fedelissimi del Re e quelli di Sua Eminenza il Cardinale, rendono il romanzo davvero speciale. Meraviglioso anche se terribile è il personaggio di Milady in cui coesistono bellezza estrema, capacità di controllo delle proprie emozioni e una enorme violenza insieme al desiderio di vendetta e di potere.

Leggetelo senza fretta e godetevi ogni dialogo, ogni battaglia, ogni sorta di nefandezza narrata perché è un libro unico che ha fatto storia e che non mancherà di stupirvi.