Che parola grossa…RECENSIONE…quando scrivo due righe su un libro, soprattutto se il romanzo in questione è opera di un indiscusso maestro della letteratura russa…diciamo che toglierei la parola recensione e scriverei….due chiacchere su….I fratelli Karamazov!
I fratelli Karamazov è sicuramente un capolavoro, ma vorrei essere sincero nel dirvi che leggere I fratelli Karamazov a cavallo del 2020 e il 2021, in piena pandemia COVID-19, non è stato esattamente una passeggiata. Si tratta pur sempre di un romanzo impegnativo e molto lungo, scritto con criteri editoriali di altri tempi che induce il lettore alla pazienza e alla riflessione.
I fratelli Karamazov è la complessa storia di una famiglia agiata della Russia dell’Ottocento. Fëdor Pavlovič è un padre il cui ruolo stesso di genitore verrà messo in discussione dall’autore nelle ultime pagine del romanzo, durante il processo.
I fratelli sono figli di due matrimoni diversi e sono tutti e tre maschi: Dmitrij il primogenito nato dal primo matrimonio, Ivan ed Aleksej figli della seconda moglie di Fedor Pavlovic. In realtà i fratelli sono praticamente quattro. Il quarto è Smerdjakov nato da un rapporto illegittimo fra Fedor Pavlovic e Lizaveta Smerdjaskaja (donna con seri problemi mentali). Smerdjakov viene cresciuto da Grigorij e sua moglie, i servitori della famiglia Karamazov.
Ciascuno dei personaggi del romanzo ha un carattere ben delineato e la storia è raccontata con dovizia di particolari. Le passioni e gli eccessi di Fëdor Pavlovič e dei suoi figli sono al centro della narrazione. Fedor è un uomo passionale fino alla dissolutezza, avido, ingordo ed egoista. Abbandona i suoi figli per dedicarsi a tutti i suoi capricci e vive senza preoccuparsi minimamente del prossimo.
Ivan, Aleksej e Dmitrij sono molto diversi fra loro. Tanto orgogliosi e violenti Ivan e Dmitrij, quanto positivo e umano Aleksej, buono e incapace di mentire persino nelle situazioni più dure.
Smerdjakov, il servo, è acuto, istruito oltre misura per essere solo un servitore e pieno di rancore verso tutti.
Oltre la metà del romanzo è dedicata alla narrazione delle storie personali di ciascuno. L’autore introduce ciascun personaggio con cura e dedica anche una buona parte del romanzo allo starec Zosima.
Due sono le donne al centro della storia che si contenderanno l’amore e la passione di Dmitrij: si tratta di Katerina Ivanovna, fidanzata di Dmitrij e Grunsenka, bellissima, ma piena di odio verso tutti gli uomini per via della sua storia personale.
Il rapporto già difficile fra il padre e i suoi figli viene ancor più devastato dal fatto che Fedor Pavolic si invaghisce, anch’egli, di Grusenka. Questa donna così passionale e, allo stesso tempo, violenta, focosa e ai limiti della follia, farà impazzire padre e figlio che si odieranno a causa sua.
Fëdor Pavlovič viene ucciso e tutti gli indizi sono a carico di Dmitrij il quale viene arrestato, processato e, infine, ingiustamente condannato. Il vero assassino è Smerdjakov, ma non verrà smascherato e si suiciderà pochi giorni prima della sentenza finale contro Mitja.
Si tratta di un romanzo duro e faticoso anche se avventuroso. La passione sfrenata e la follia dei personaggi è lungamente narrata in interminabili pagine che possono, a volte, risultare pesanti. Entrando nell’ottica giusta si gode, però, di un vero campionario di umanità differenti.
I personaggi e loro passioni, le profonde crisi spirituali, l’orgoglio, gli amori e le vergogne di ciascuno vengono sminuzzate e fatte digerire al lettore che non può non riflettere sulla vita, sui rapporti interpersonali e sull’importanza dell’amore vero.