Oggi è il 4 settembre, festa di santa Rosalia, patrona di Palermo. Mi pare proprio il giorno adatto per recensire il nuovo romanzo di Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, che è palermitano come me.
Il libro si intitola …che Dio perdona a tutti ed è edito da Feltrinelli.
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/—-che-dio-perdona-a-tutti/#descrizione
Il nostro bravissimo Pif è già noto ai più per il suo film La mafia uccide solo d’estate (che è anche divenuta una serie TV molto seguita), per i suoi servizi televisivi con LE IENE, il suo impegno sociale e per l’essere (a mio modo di vedere) un palermitano di cui essere orgogliosi.
E proprio di questa nostra Palermo ci continua a parlare Pif nel suo ultimo romanzo. Come già accaduto in La mafia uccide solo d’estate i nomi dei protagonisti sono ancora Arturo e Flora. Chissà quale segreto si nasconde dietro questa scelta dell’autore.
Il romanzo in questione vede al centro delle vicende di una indaffaratissima Palermo, un giovane di 35 anni, Arturo, che di lavoro fa l’agente immobiliare. La sua massima aspirazione nella vita è non cambiare nulla. Ha degli amici con cui gioca a calcetto come portiere (ruolo che nessuno vuole ricoprire), ha un lavoro, ha una propria dimensione sociale e una sola passione: i dolci! In particolare quelli siciliani con la ricotta! Chi non conosce i nostri cannoli e cassate? Per i più esperti, però, ce ne sono degli altri (sempre con ricotta) quali lo SCIU’ (praticamente un bignè alla ricotta), la SFINCIA di san Giuseppe, l’iris (fritta o al forno) e chi più ne ha più ne metta.
La sua è una vita tranquilla fino a che non si innamora della bellissima e apparentemente perfetta Flora. Il suo amore per lei nasce quando scopre che oltre ad essere bella condivide la sua passione per i dolci e, infatti, ha una propria pasticceria che cura con amore.
Flora pare perfetta. Lui può continuare a giocare a calcetto con gli amici, uscire con loro, avere il suo spazio. Insomma, pare priva di difetti. Una vera fidanzata ideale.
Fino a che…non gli chiederà di condividere con lei la sua fede cristiana e non in modo indifferente, ma fede.
Arturo è un tiepido nella vita e mostra passione esclusivamente per i dolci. Per lui la fede è argomento di cui occuparsi “come fan tutti gli altri….!
Ma sarà proprio questo a scatenare una serie di litigi e problemi di coppia che niente aveva mai potuto innescare prima. Decide così di chiedere a suo padre un consiglio su come abbia fatto lui a convivere con sua moglie per 40 anni. Il segreto del padre è quello di rispondere agli attacchi della compagna con un totale immobilismo. Fingendo, quasi, di essere morto. Solo evitando lo scontro potrai sopravvivere.
“Lei mi vuole cattolico praticante. Bene, allora praticherò ogni santo giorno la parola del Signore e seguirò gli insegnamenti dei cinque evangelisti!” Ed evidenziai le prime tre settimane. Solo dopo mi ricordai che gli evangelisti erano quattro.
Arturo, però, non riesce a seguire i consigli del padre. Sceglie, piuttosto, di fingere per tre settimane una vera conversione alla san Francesco.
Lo scontro fra la teoria e la pratica è a tratti esilarante e, allo stesso tempo, terribile. La gente per bene, va in chiesa la domenica, partecipa alle funzioni e dona quello che ha in eccesso. La parola del Vangelo, però, è decisamente più radicale. Il messaggio evangelico pretende impegno, serietà e sacrificio.
Gesù arriva a morire in croce per i propri nemici.
Il romanzo nasconde molte riflessioni sulla nostra società usando come scenario la Palermo bene, le persone benestanti e ben pensanti che ne fanno parte. Fra una risata e l’altra, l’autore riesce a farci riflettere sulla fragilità umana e sulla difficoltà di essere coerenti con scelte di vita radicali quali quelle cristiane.
Il titolo stesso del romanzo è una traduzione o, piuttosto un adattamento, dal palermitano di una frase che dice: “Futti, futti…ca Dio perdona a tutti!” e che riassume in sé tutto il senso della storia che ci ha raccontato Pif in questo libro.
Ho molto apprezzato questo libro per via della sua fluidità (si legge in un baleno), per i personaggi molto ben caratterizzati e per il messaggio veicolato.
Lo consiglio vivamente.