Due luoghi due prigioni

Ecco il terzo capitolo della storia del nostro The King, Alla ricerca del libro perduto, in home page come annunciato la settimana scorsa. Buona lettura!

Due luoghi, due prigioni


Beiel si svegliò improvvisamente: Ma che strano sogno che ho fatto… Ne voglio parlare con Sandresh.
Ma si rese subito conto che non era stato un sogno. Si ritrovò rinchiusa in una cella stretta, arredata solo da un semplice e (scoperto in seguito) scomodo letto.
Mentre perlustrava la sua prigione, notò un’ altra cella accanto alla sua. Lì era rinchiuso Boindur, ancora steso sul letto, gocciolante di sudore. Non sapeva cosa gli stesse succedendo. Era, però, certa che non era qualcosa di buono.
Iniziò a gridare. Voleva aiutare il suo amico, ma non sapeva che così facendo avrebbe solo peggiorato le cose. Arrivarono delle guardie. Erano troll. Avevano due lance appuntite in mano ed una cresta dipinta in modo differente sul capo, simile ad una criniera.
Appena arrivati davanti alla porta, sputarono a terra,dicendole: Cosa volere?! Non dare probelmi noi! Altrimenti… e la lancia della guardia fece un gesto molto esplicito. A Beil fu tutto chiaro, ma in qualche modo avrebbe dovuto aiutare il nano.
<> concluse, iniziando a riprendere la cognizione del tempo.
<> rispose la guardia, mostrando gl’ingialliti denti.
Compreso che non sarebbe mai riuscita a convincere quel Troll, Beiel si rassegnò. Stava, però, già covando un nuovo piano…

Do…Dove Siamo? – disse Sandresh, aprendo, lentamente, gli occhi: riprese.
Calmati! Qui le domande le facciamo noi, capito?!

Un fante, all’apparenza molto grosso, si parò d’innanzi all’arcimago.

Posso sapere, almeno, dove siamo diretti? – disse il prigioniero notando di essere su un piccolo peschereccio.

Stiamo andando a Lordaeron, dritti dritti da Shalòn e Brandalor! Vi faremo vedere noi cosa significa essere cospiratori della Dittatura – disse l’altro, – e amici di cospiratori! – concluse sputandogli ai piedi.

Sandresh fu in un certo qual modo rincuorato da quelle parole, perchè il militare aveva usato il plurale: quindi Meriel era viva!

Ripensando, però, a tutte le parole, scoprì che avrebbero fatto comunque una brutta fine, andando direttamente dai due dittatori.

L’arcimago era irrequieto. Voleva sapere cosa aveva fatto di tanto grave Meriel da essere spedita direttamente dai due capi in persona!

Boindur, finalmente, si svegliò. Si scoprì madido di sudore. Aveva di nuovo avuto quell’incubo. Ed era veramente un incubo. Per Boindur non poteva esistere una cosa peggiore di uccidere altri nani, anche se quei nani erano nemici giurati.
Appena si scoprì in cella, iniziò ad imprecare. Ma la cosa che più lo rendeva nervoso era la mancanza della sua fidata ascia.
Le sue urla attirarono le due guardie Troll, le stesse con cui aveva trattato Beiel.
Appena questi si avvicinarono, iniziarono la stessa predica fatta a Beiel. Boindur era in un momento di rabbia assassina. Li avrebbe presi e morsi uno ad uno, se non fosse stato per quelle sbarre magicamente incandescenti. L’irascibile nano si limitò a sputargli in faccia.
Beiel osservò la scena dal suo letto. Poi, quando Boindur ritornò a sedersi e le guardie, per paura di aprire la celletta, se ne andarono, si avvicinò al nano.

Boindur – disse sussurrando – Boindur, mi senti?
Forte e chiaro! Dove siamo? – chiese il nano.

Non lo so… Credo da qualche parte vicino ai turbini del Maelstrom…, rispose la ragazza.

Cioè staremmo su qualche isola non segnata sulle mappe? – domandò, perrplesso, il nano.

O nel vortice stesso…- notò Beiel..
Ma, in quel momento tornarono le guardie. E stavolta portavano un altro prigioniero.

Potrei sapere dove si trova la ragazza che era con me? – chiese, impaziente, Sandresh.

Ma chi, la traditrice? Ahaha si trova su un’ altra imbarcazione, in avanscoperta – rispose il fante che, per l’arcimago, doveva essere un ufficiale.

Ma quello che più colpì Sandresh fu quel soprannome affidato a Meriel dal capitano: traditrice. Questo lo fece molto riflettere. Cosa diavolo poteva aver fatto quella ragazza da trattarla come se fosse la più pericolosa nemica della dittatura?

Questo Sandresh non riusciva più a capirlo e se ne fece un rompicapo per tutto il resto del viaggio.

Dopo alcune ore di lunga e scomoda navigazione, condite da un lungo ragionamento., un marinaio interruppe il silenzio:

TERRAAA!!

E, in questo momento, Sandresh capì che, in quel momento, avrebbe dovuto prima pensare a se stesso e a come salvarsi in caso di udienza da Brandalor e Sharòn. E, in quello stesso istante, venne colpito con l’elsa della spada dal fante.

Si risvegliò un’ora dopo, nella prigione imperiale di Lordearon.

The King