Gli uccelli della palude di Stinfalo

Si narra in Grecia che i boschi intorno al lago paludoso di Stinfalo fossero popolati da stormi di uccelli così grandi da oscurare il sole. Erano uccelli particolari, perché avevano artigli affilati come rasoi, becchi in grado di forare il metallo e, soprattutto, piume di bronzo con cui trafiggevano gli uomini per poi cibarsene. Il loro guano era nauseabondo e rendeva inabitabile la regione, sia agli uomini che agli animali.

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Empusa

Nella folla delle creature fantastiche che la mitologia greca ci ha tramandato, troviamo un essere veramente inquietante: l’empusa.
Con questo nome si indicava un mostro infernale, che si nutriva di sangue e di carne umana.

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I monacelli

Anche l’Italia ha le sue creature leggendarie. Questa volta parliamo del monacello. Uso di preferenza il nome più diffuso nel centro-sud della penisola, tuttavia è bene sapere che questa creatura fa parte del folklore di tutte le regioni italiane, con nomi diversi nei vari dialetti.

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La corocotta

Nei secoli passati, quando il centro dell’Africa era inesplorato e contrassegnato con la dicitura – hic sunt leones – sulle carte, nella savana (e nella fantasia sfrenata dei nostri antenati) viveva la corocotta o crocuta o crocotta. Si trattava di una belva dalla forza incredibile e dalla voracità mostruosa. Il suo aspetto era quello di un lupo dall’imponente corporatura.

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