Recensione a “A bocce ferme” di Marco Malvaldi

di Elena Almangano

Oggi vorrei parlarvi dell’ultimo libro di Malvaldi della serie del “Bar Lume”.

Personalmente ho letto tutta le serie e sono rimasta molto colpita dalla capacità dell’autore di mescolare il modo di fare toscano, ironico e burbero, con eventi delittuosi e argomenti presi dall’attualità. E io, tutte le volte, non riesco a finire un libro senza piegarmi in due dalle risate: le situazioni che vengono costruite, l’ironia toscana, il continuo spostamento linguistico dall’italiano al pisano, le rivalità campaniliste, le dinamiche di paese… il tutto ben condito con uno stile accattivante e coinvolgente.

Marco Malvaldi – A bocce ferme

Nessun personaggio è messo a caso: ognuno ha una storia, il suo temperamento e il suo ruolo, delineato con pochi tratti, ma efficaci. Anche questo romanzo conferma lo stile dell’autore e la vivacità della sua scrittura. Inoltre, ho apprezzato molto anche l’impianto narrativo e la storia che si incastra con un tema molto caldo: ’68. Anche questa volta tutto è ben costruito e calibrato.

Un caso vecchio di cinquant’anni, che causa ancora vittime, torna alla luce e costringe i non più giovani assidui frequentatori del Bar Lume a riaprire cassetti della memoria che credevano di aver archiviato molti anni prima.

La trama è interessante e anche questa volta non sono rimasta delusa, tuttavia, in alcuni punti mi è sembrata che l’autore abbia forzato alcuni elementi per poter rispettare quella che potremmo definire la tradizione dei casi del Bar Lume.

Il protagonista risolve brillantemente il caso, come sempre, ma il dettaglio, che permette la soluzione, è un po’ deboluccio, visto che il vicequestore che indaga non è uno sprovveduto. Il mio consiglio è di leggervi tutta la serie e di divertirvi un monte. 

Per maggiori informazioni e/o per acquistarlo potete guardare sul sito dell’editore:

https://sellerio.it/it/catalogo/Bocce-Ferme/Malvaldi/10817