Il Paladino cap. 4 – Oltre il mare

Doroty era a terra svenuta, o morta. Io, accanto al suo corpo, piangevo, ed ero inchinato dinanzi al cavaliere della morte. Questo, sceso dal suo destriero puntò la spada contro il mio cuore.
“Ho già finito la tua amichetta, non mi resta che uccidere te” Con un colpo secco fece penetrare la lama nella mia carne.
“AHHHHH!”

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ULTIMO DEMONE – Padre dei sentieri

L’aria era ebbra di gelo,un freddo pungente ed insidioso. La notte era parsa limpida e priva di nubi,ma in compenso un vento gelido spirava da nord. Ovunque per le navi andavano tremolii,talvolta brividi,ma egli si dibatteva nel suo agitato sudore,come dovesse liberarsi dalla costrizione di una prigionia. Un ibrido tra sogno e ricordi velava i suoi occhi,immersi in una veduta non propria,scostante.

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Il Paladino cap. 3 – L’incursione parte 1

La città, seppur scossa, aveva ripreso il suo fermento quotidiano. Le famiglie, dopo la battaglia avevano aperto le porte sbarrate delle loro case e ricominciato a frequentare i vari negozi. Per giorni però, la guardia cittadina era praticamente assente: erano tutti feriti, chi più chi meno, e tutti sotto l’attenta osservanza del medico Alarth. Qualche mattina dopo la discussione con la Dama mi recai di nuovo alla sua torre, dato che lei stessa mi aveva mandato a chiamare: non sapevo cosa volesse, molto probabilmente voleva dare inizio alla missione ad Andorhal, oppure qualche attacco contro accampamenti nemici.

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ULTIMO DEMONE – Tra gelo e mare

Il pomeriggio giunse freddo ed ispido,mentre il sole raggiante del mattino di quel giorno era ora oscurato da grigie e dense nubi di tempesta. Candida ed evanescente neve discendeva soffice sul manto ghiacciato,mentre il cielo già annunciava la notte. L’esercito si era mosso verso le Arshane,verso l’oceano,osteggiato dal veemente vento di tempesta. La volta era già asservita al volere della notte,nonostante fosse solo pomeriggio.

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ULTIMO DEMONE – Principio e compimento

Per tutta l’ampiezza della piazza girovagavano migliaia di elfi perlopiù,ma non solo. Con rapidità prese a gremirsi,tanto che dalla base delle scalinate fin dove lo spiazzo ritrovava gli edifici elfici e l’intrico di vie,ossatura della città,numerosissimi attendevano il celebre momento in cui il nuovo re sarebbe stato incoronato. A coronare Everral, invece,fastosità e decori ovunque che la rendevano ancora più elegante e meravigliosa. Mentre l’aria si faceva più mite e il mattino avanzava,tutte le vie s’affollavano sempre più,pur di raggiungere la torre.

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ULTIMO DEMONE – Frammenti di gelo

Il legno nudo e tremendamente caldo rendeva d’inalare un’aria rigida,che nel suo cammino s’inoltrava faticosamente d’ogni canto della stanza. Percepibile era ogni attimo faticante di quel propagarsi lento e denso. Ogni attimo di respiro coglieva un calore estraneo al gelo perenne,insaziabile divoratore del legno,fosse esso di foresta o di città,indispensabile padre su ogni vetta,su ogni acqua,su ogni sentiero che si trovasse al di fuori di quel focolare. Un padre generoso,più che mai volto a porgere le coperte ad ogni figlio suo. Tuttavia era piacevole,ché in quel cuore la sensazione d’essere accaldati s’alludeva al riparo,alla sicurezza.

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ULTIMO DEMONE – Libertà di sangue

Arius intravide Roxar comparire dietro Reyzhard,apprestandosi ad infilzarlo con la spada d’ombra appena evocata. Subito protese la mano verso il luogo in cui era apparso e,dopo che una tortuosa vibrazione gli ebbe esplorato tutto il corpo,scagliò una potente ondata di energia contro Roxar. L’urto fu abbastanza vigoroso da spingere in terra Roxar e da smuovere con forza Reyzhard e il corpo di Ephsys che in quel momento reggeva. Misthar,udito il boato provocato dall’incantesimo evocato da Arius,si voltò finalmente,scorgendo Roxar in terra e vedendo con stupore Reyzhard che si prendeva cura di Ephsys. Corse a vedere cosa succedeva. Le truppe elfiche e non-morte si squadrarono,assaporando l’un l’altra l’ira che traspariva da ambedue. Anche Arius ed Ushar’al raggiunsero Ephsys,mentre i maghi al loro seguito,Faridor compreso,attendevano solo un cenno per poter attaccare l’esercito che gli era dinanzi.

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Ultimo Demone: Capitolo 16

Come destandosi da un sonno profondo, Arius distoglieva finalmente lo sguardo,fingendo di non aver visto cosa alcuna. Reyzhard e Ushar’al erano troppo intenti a osservare il fascio di luce per accorgersi delle fugaci sagome,scomparse in qualche secondo. Poco dopo la luce scomparve,e con essa la nube lucente che l’esplosione aveva creato.

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