La musica è ascolto, quindi impone il silenzio nell’ascoltatore. La musica però trascina il corpo e la mente in un movimento che è emozione. Può essere gioia, nostalgia, tristezza, rabbia o altro.
Quante volte ascoltando una canzone mi sono detto che pareva scritta per me e per quello specifico momento della mia vita. Non è incredibile quando ci ritroviamo tutti insieme a cantare a squarciagola una canzone con le persone che amiamo? E quando, pur non sapendo suonare uno strumento, avete imparato nota per nota tutto un brano strumentale anche molto complesso?

Ascoltando la musica si ha un solo desiderio: altra MUSICA e, in alcuni casi, la voglia di comporre qualcosa di proprio. Di usare la propria creatività per comporre un brano e comunicare qualcosa che avete dentro.
Sin dai primi anni della mia giovinezza ho avuto il desiderio di FARE MUSICA.
A volte per spiegare che ho una formazione da autodidatta dico in maniera semplicistica che “Non ho mai studiato musica!”, ma non è esatto. La musica può essere appresa, come qualsiasi cosa, in vari modi: c’è chi studia con un maestro, impara tutta la teoria, scopre come sono costruiti gli strumenti, chi si butta ad imparare i brani che ama con le sue sole forze, ma in qualche modo STUDIA.

In tutti i casi lo studio e la passione devono andare mano nella mano. La creazione di musica propria è una conseguenza naturale della necessità di COMUNICARE con gli altri quello che si ha dentro. La passione non può essere contenuta in alcun modo, le emozioni vengono fuori in qualsiasi caso specialmente se proviamo a reprimerle e a controllarle.
Se sei arrabbiato, allegro, triste o disgustato non puoi controllare le tue espressioni facciali, il tuo corpo. Se ci provi è peggio. Ecco, nel mio caso, e immagino che la cosa valga per moltissimi altri, non è possibile controllare la necessità di tirar fuori tutto e scrivere musica, canzoni con cui vuotare il sacco. Magari usando immagini poetiche, dicendo senza dire, sfruttando l’uso di altre lingue, rubando idee di altri e mettendoci dentro il proprio.
Ho iniziato a scrivere canzonette quando avevo dieci anni e non sapevo suonare alcuno strumento, però sapevo canticchiare e immaginare una melodia. Così iniziai a registrare le mie prime idee con le cassette (era il 1984 circa) e poi me ne vergognai tantissimo perché le trovavo infantili, banali e stupide.
Per fortuna ho resistito alla vergogna e quando avevo sedici anni ho imparato a suonare la chitarra. Con il tempo è diventato il mio strumento principale e per tanti anni mi ha fatto compagnia, mi ha motivato e riempito le giornate. La scrittura della musica era sempre nel mio cuore e imparai ad accettare il fatto che le mie canzoni potessero essere banali, ma che le avrei scritte comunque.

Da allora non ho mai smesso di farlo. E in particolare, negli ultimi dieci anni, ho studiato moltissimo, ascoltato tutto quello che non avrei mai ascoltato prima cercando di superare i miei pregiudizi e non assecondando solo le mode e i miei gusti.
La musica è, però, soprattutto condivisione. Non quella dei social, ma quella vera. L’intimità di dire a chi suona con te cosa vuoi dire con un testo, perché usi la distorsione sopra una chitarra classica per far sentire il tuo dolore, perché vuoi che il brano suoni cupo e ovattato invece che brillante, insomma non puoi fare musica da solo. Puoi farlo tecnicamente, ma poi sentirai l’esigenza di farlo con altri, di comunicare ancora e ancora.
Ed io lo faccio dal 1992 con le persone più speciali del mondo che ho la fortuna di poter annoverare fra i miei amici. E lo faccio anche con altri, con mia figlia, mio cugino, altri amici che vogliono condividere l’esperienza. Mi piace scrivere, suonare e registrare per ricordare quello che ho nel cuore in un certo momento della mia vita.
Per questo nascono le canzoni, per questo nascono i dischi. Quelli che si facevano anni fa con pochi strumenti, molta pazienza e tante emozioni.
Inizio con coraggio il racconto della mia esperienza in questo ambito. Ho pensato tante volte se valeva la pena di fare questa serie di articoli e ho deciso di farlo e basta.
Seguitemi e vi porterò nella mia mente e nel mio cuore e faremo tutti un viaggio fra le emozioni. Alla ricerca dei suoni, degli strumenti nuovi e vecchi che ci consentono di esprimerci.
Buona musica a tutti!