Uno Yankee alla corte di Re Artù (recensione)

Mark Twain, autore unico nel suo genere, è famoso per Le avventure di Huckleberry Finn e Le avventure di Tom Sawyer. I suoi personaggi sono divertenti, ma forti. Le sue riflessioni da americano contro il vecchio continente sono estremamente taglienti. L’autore non fa sconti a nessuno: né alla Chiesa come istituzione a cui imputa la colpa dell’arretratezza dell’Europa, sia alla monarchia e all’istituzione della nobiltà e tutto ciò che è direttamente e indirettamente legato ad essa.

Uno Yankee alla corte di Re Artù
Uno Yankee alla corte di Re Artù

TRAMA

Un giovane americano, Hank Morgan, si ritrova improvvisamente e inspiegabilmente nel VI secolo alla corte di Re Artù invece chea fine Ottocento. Nella sua assurda storia ci sono tutti i cavalieri della tavola rotonda, compreso il coraggiosissimo Lancillotto. Non manca, inoltre, la bellissima Ginevra, moglie del re e segretamente (neanche tanto) innamorata di sir Lancillotto.

Il protagonista riuscirà a salvarsi da morte certa usando le sue competenze di uomo del XIX secolo. Egli dirà di essere un potentissimo mago e si opporrà con la sua conoscenza all’inutile magia di Merlino. Da quel momento sarà nominato Il Principale e sarà il Primo Ministro di Sua Maestà.

Le avventure del nostro eroe si snodano per circa 1200 pagine divertentissime e con un itinerario mentale ben preciso: raccontare l’Europa come un paese superstizioso e ignorante. Sottolineare le colpe della monarchia e della Chiesa e affermare i moderni principi su cui si basa la società americana che considerano tutte le persone uguali e degne di rispetto. Non mancano riflessioni sulla schiavitù e sull’assurdità della condizione del popolo che non solo è succube di un ristretto gruppo di persone (i nobili), ma lo è anche mentalmente e non riesce ad opporsi neanche nel proprio cuore.

La speranza del nostro Yankee è nei giovani. Il suo primo amico è Clarence (battezzato così da lui). Da lui che è giovane partirà una generazione di inglesi moderni e con una mentalità diversa da quella dei cavalieri nobili inglesi.

Il Principale combatterà contro Merlino e la sua magia, dovrà vedersela con la lentezza e povertà della lingua inglese del VI secolo, si scontrerà contro la superstizione e l’ignoranza.

Mark Twain adotterà uno stratagemma narrativo molto arguto per raccontare la condizione del popolo inglese e l’assurdità della condizione di schiavitù facendo viaggiare il Re e il suo Primo Ministro in vesti di gente del popolo. In questa condizione rifletterà ancora sull’impossibilità di distinguere un vero re da una persona comune, ma allo stesso tempo concederà ad Artù una levatura morale impeccabile ed impossibile da nascondere sotto panni cenciosi.

Un romanzo bellissimo che fa riflettere, sorridere e intrattiene con una trama davvero fantasiosa. Consigliatissimo per tutti!