Uno dei personaggi chiave del romanzo Il Signore degli Anelli è proprio la strana creatura chiamata Gollum che in origine era un hobbit di nome Smeagol. Poco si è parlato del dolore che deve affrontare questa creatura condannata dal Caso a vivere una vita tremenda.

Per 500 anni porterà con sé l’Unico Anello che lo incatenerà con il suo oscuro potere. La forza persuasiva dell’anello è tale che il povero hobbit perde coscienza di sé, dimentica il suo stesso nome (cioè la sua vera identità) e inizia a vivere come un animale.
Gollum è il suono gutturale che produce quando parla e diventa il suo nuovo nome. Si nutre di animali crudi e perde l’uso degli abiti. Inizia persino a camminare come un quadrupede.
Tutto in lui parla di perdizione, ma c’è un sottile velo di tristezza nella narrazione di Tolkien quando parla di Gollum.
La povera creatura, infatti, è divisa fra il ricordo del suo passato remoto (Smeagol) e il suo terribile presente senza tempo. Spesso parla da solo e al plurale perché non è soltanto la sua volontà quella che esprime, ma quella di Sauron stesso che gli parla nella mente.
Senza questa creatura l’Anello perduto non avrebbe potuto arrecare altri danni al mondo intero, ma sarà proprio Gollum la guida che condurrà Frodo sin dentro le mura di Mordor.
A causa sua e della sua totale dedizione al Tesoro, l’Anello verrà distrutto fra le fiamme.