Nell’agosto del 1480 una flottiglia di navi turche, comandate da Mechmet Pascià, chiuse il porto di Otranto e cominciò a bombardare l’abitato. Fu il primo bombardamento navale della storia con l’artiglieria. Dopo otto giorni di cannoneggiamento, le mura della città crollarono e i turchi presero terra. Sotto i bastioni la battaglia fu sanguinosa, ma alla fine gli invasori riuscirono ad avere la meglio e si impadronirono di Otranto. Circa ottocento abitanti rifiutarono l’offerta di convertirsi all’Islam e vennero per questo decapitati.
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Ancora oggi i loro resti si possono vedere all’interno della cattedrale della città.
Nel corso dell’assedio si distinse Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano, luogotenente del re di Napoli. Il conte fece strage degli invasori, ma alla fine venne decapitato. Il suo corpo prodigiosamente rimase in sella e fu riportato dal cavallo al suo castello.
Da allora si diffuse la leggenda del cavaliere senza testa che nelle notti di agosto corre a cavallo sui bastioni della fortezza di Otranto, in cerca dei turchi.