C’era una volta…

Pinocchio

Coloro che sono stati bambini una trentina d’anni fa, come chi scrive, avranno piacevole memoria di nonni, genitori o maestre d’asilo che li intrattenevano con una forma di narrazione bellissima che è quella del racconto.

Si trattava spesso di favole, fiabe o leggende popolari, arricchite dalla fantasia personale di chi narrava. I dettagli cambiavano sempre, ma la trama era solitamente quella originaria.

Alcuni narratori più fantasiosi avranno persino giocato a cambiare i finali delle storie, aggiungere qualche personaggio o stravolgere la storia usando i personaggi noti di favole famose per richiamare l’attenzione del piccolo ascoltatore, per poi narrare una loro personale trama.

Ho di proposito usato la parola ascoltatore perché in tenera età i piccoli non sanno leggere e sono, di fatto, costretti ad ascoltare il narratore. L’ascolto è una delle cose più difficili, ma piacevoli che si possano sperimentare. Con la musica siamo soliti farlo e non ci stanchiamo di ascoltare anche molte volte e per anni un medesimo brano che amiamo.

Crescendo perdiamo la capacità di ascoltare perché siamo sempre proiettati verso il momento successivo, trascinati dalla fretta perdiamo il gusto di vivere il presente.

A mia figlia che ha sei mesi ho iniziato sin da piccola a raccontare a modo mio la storia dell’Arca di Noè, il Diluvio Universale e pian piano arriveranno Pinocchio, Biancaneve e molto altro ancora. Il mondo della fantasia non è per pochi appassionati con in casa il modello in scala del NAUTILUS di 20.000 leghe sotto i mari. L’immaginario e il fantastico sono parte della nostra maniera di pensare, vivere e della cultura di ogni paese.

Non perdiamo l’occasione di far vivere ai nostri piccoli una esperienza così bella.

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