Intervista a Elvio Ravasio, autore di I Guerrieri di argento

I guerrieri d’argento di Elvio Ravasio

Warlandia: Caro Elvio, ho letto con molto piacere il tuo romanzo I guerrieri d’argento e l’ho trovato molto piacevole. Ti ringrazio dell’intervista che concedi a Warlandia e…bando alle ciance! Iniziamo subito con una domanda di base: da quanti anni ti interessi di scrittura e come è cominciata questa passione?


Elvio Ravasio: Ciao Leonardo, sono felice di poter rispondere alle tue domande, non mi sono mai occupato di scrittura ma solo di lettura, il tutto è iniziato per caso, quando mia figlia mi chiese di raccontarle una storia.
Volevo raccontarle qualcosa che le trasmettesse la mia passione, volevo che un giorno la leggesse ai suoi figli con gli stessi sentimenti con cui l’ho scritta e letta a lei.
All’inizio non avevo nessuna intenzione di pubblicarla, era solo una testimonianza, ma alcuni amici mi hanno spinto in questa direzione dopo aver letto il libro.

W: Ho notato che nel tuo romanzo la violenza è contenuta e anche nelle scelte linguistiche e nelle soluzioni trovate per lo svolgimento della trama c’è molta accortezza nei riguardi del lettore. E’ tutto legato al fatto che era diretto a tua figlia prima di altri?
ER: Una storia per una bambina di dieci anni zeppa di violenza, sangue, sofferenza e morti? Credo che i nostri ragazzi di violenza ne vedano già abbastanza, volevo raccontarle qualcosa che la facesse sognare, che risvegliasse la sua fantasia, che le trasmettesse alcuni principi,non farle avere incubi e farla svegliare nel pieno della notte madida di sudore e urlante. Credo che ogni libro debba avere un suo pubblico, il mio è un fantasy per ragazzi non ho la presunzione di piacere a tutti.
Mi sono state mosse critiche a riguardo, dicendomi non ci sono morti ne feriti da parte di case editrici e anche se non credo sia realmente così sono contento che sia risaltato questo aspetto.

W: Leggendo il libro si incontrano subito molti personaggi positivi, ma i GUERRIERI del titolo non appaiono se non al termine del romanzo. Leggendo mi ero quasi convinto che parlassi dei draghi riferendoti a loro come Guerrieri D’argento e invece….è un scelta quella di non rivelare subito chi siano i prodigiosi guerrieri con poteri fuori dal comune?
ER: Ho visto i GUERRIERI D’ARGENTO come ultimo tassello decisivo, ho preferito valorizzare come prima cosa, la ricerca, la conoscenza e la gestione dei poteri acquisiti dai protagonisti durante il loro viaggio.
I Guerrieri si erano sciolti da ere e, dato il loro grande potere, se fossero comparsi all’inizio avrebbero risolto la situazione troppo velocemente e la storia avrebbe perso spessore e coerenza, i protagonisti non avrebbero avuto alcun peso
nello svolgimento dei fatti perché non abbastanza potenti.

W: La modalità espressiva e la tipologia di magie presenti avvicinano i personaggi del tuo romanzo a quelli di fortunate serie di cartoon giapponesi. Ne sei consapevole?
ER: Questa tua domanda mi riempe di orgoglio, sei uno dei pochi che l’ha notato e questo denota una lettura attenta e una buona conoscenza di quel mondo a me molto caro.
Io sono della generazione cresciuta con Goldrake, Mazinga, Daitarn, Jeeg robot d’acciaio, Capitan Harlock e molti altri. Prima di approdare alla letteratura divoravo fumetti, in particolare i supereroi della Marvel.
Ho cercato di fondere questi mondi, che amo ancora, di trovare un filo di congiunzione tra di essi e di creare una storia che racchiudesse alcune peculiarità di ognuno di loro.
I miei personaggi abbandonano la figura dell’eroe epico per accostarsi a quella del supereroe con poteri permanenti e in continua evoluzione.

I guerrieri d’argento di Elvio Ravasio

W: Quale, fra gli scrittori italiani, è il tuo preferito nel genere fantastico e perché?
ER: Su questa domanda ho difficoltà a rispondere, ammetto di non aver seguito molto gli autori italiani, l’unico che ho letto è Valerio Evangelisti e la sua saga di Eymerich, mi piace molto come scrive e i suoi richiami che spaziano dallo storico all’horror.
Mi sto rifacendo ora iniziando a leggere alcuni autori emergenti e due libri che ho particolarmente apprezzato sono L’ultimo eroe del Klaidmark di Alberto de Stefano e
Oltremondo, petali di rosa e fili di ragnatela di Marta Leandra Mandelli, libri che consiglio. Senza togliere niente ad altri autori che ho sul comodino da leggere.

W: E fra quelli stranieri? Spiegaci il perché anche in questo caso.
ER: Beh sugli stranieri sono più ferrato, ho iniziato con la fantascienza, leggendo Bradbury e Asimov, ma per quanto mi piacessero mi mancava qualcosa, fu Tolkien a irretirmi indissolubilmente nel suo mondo
per passare poi a Hendel, Lewis, Brooks, Moorcock, Heintz e molti altri fino ai più recenti come Canavan, Rowling e Paolini. Ora sto leggendo i sette volumi della Torre nera di Stephen King.
Difficile spiegare perché mi siano piaciuti in poche righe, ogni autore mi trasmette sensazioni diverse, non riesco a fare delle distinzioni nette di preferenza, vorrei avere molto più tempo per leggere ma gli impegni sono sempre troppi.
Una volta in biblioteca vidi un ragazzo che indossava una maglietta con scritto so many book, so little time come dargli torto.

W: Hai un romanzo che ritieni essere il libro perfetto? Non per forza di genere fantastico.
ER: Non credo che esista il libro perfetto, tutto è perfettibile, esistono romanzi che amo particolarmente, e sono parecchi, ma ognuno per motivi diversi non riesco a fare un nome o un titolo su tutti.

W: Qual’è il libro che avresti voluto fosse una tua creazione letteraria?
ER: Wow, è come invitare un diabetico all’inaugurazione di una pasticceria, se mi passi la metafora la tentazione di appropriarsi di qualche opera è davvero irresistibile.
Sono molti i libri che vorrei aver scritto, tra questi ovviamente Il Signore degli Anelli ma non avrei potuto scrivere un’opera così titanica e geniale, questa è una domanda dove credo sia richiesta
un po’ di coerenza. Un libro che mi sarebbe piaciuto scrivere è sicuramente Il gabbiano Jonathan Livingston Un libro letto da molte generazioni e ancora attuale, una storia dedicata alla ricerca della perfezione
perseguita anche dopo la morte con risvolti morali e spirituali.

W: Ci sono prossimi sviluppi di quella che a me è parsa una saga da ovvi dettagli e indizi lasciati qua e là nel testo?
ER: In puro stile fantasy l’idea è quella della trilogia, il secondo è in stesura ma vorrei dare un’anticipazione. I libri, come si vede dal primo, saranno tutti auto conclusivi e saranno diversi l’uno dall’altro.
Il primo libro è sostanzialmente un viaggio che i protagonisti devono affrontare imparando a conoscersi, a conoscere se stessi e i propri poteri. Nel secondo cambieranno parecchie cose,
ci sarà un ribaltamento dei ruoli, nuovi personaggi, flash back spiegheranno cause e comportamenti descritti nel primo volume, insomma ne leggerete delle belle. Il terzo… beh leggete prima il secondo.

W: Ho visto che ti occupi attivamente di organizzare eventi di genere fantasy / culturale. E’ una professione o lo fai in veste di appassionato?
ER: Lo faccio solo per passione e perché non lo fa nessun altro, sono fermamente convinto che quando un libro viene pubblicato la parte più difficile sia la diffusione.
Credo che tutti vogliano che il loro libro sia letto da più persone possibili e credo che il modo migliore perché questo accada sia partecipare a fiere, manifestazioni ed eventi.
A volte i costi sono bassi a volte gli stand costano abbastanza ma un discreto numero di autori può affrontare facilmente la spesa, se divisa, quindi contatto le organizzazioni e chiedo se possibile aderire
in caso di risposta affermativa posto sul gruppo l’evento e organizzo la partecipazione. Faccio quello che posso per diffondere i libri di autori emergenti come me, come si dice l’unione fa la forza.

W: So che conosci molti degli autori che ho recensito quest’anno proprio grazie allo scambio di informazioni che nasce dalla comunità web. Come ti relazioni agli strumenti informatici che permettono a persone lontane e che non si conoscono di interagire facilmente?
ER: Credo che internet sia la più grande invenzione del secolo, mi ritengo fortunato a vivere in quest’epoca e ad avere questi mezzi a disposizione, senza di essi credo che noi emergenti non esisteremmo se non per parenti e amici.
Con internet il mondo è diventato davvero piccolo e accessibile da chiunque abbia un computer. L’avvento degli e-book ha reso la diffusione dei libri istantanea e a costo zero, personalmente preferisco ancora la carta
ma il futuro è la versione elettronica e va presa seriamente in considerazione con un abbattimento dei costi che renderanno l’acquisto molto più semplice ed economico.

W: Ti ringrazio moltissimo per l’intervista che ci hai concesso e spero di leggere presto il tuo prossimo romanzo. Saluta chi vuoi in modo simpatico, alla prossima.
ER: Grazie a te, ho apprezzato molto il tuo spirito di osservazione nella lettura del mio libro e le domande attente e mirate, magari tutti i lettori fossero come te.
Saluto tutti gli autori del gruppo, i compagni di fiere ed eventi mossi dalla passione, dalla voglia di farsi conoscere, gli amici presenti agli stand e tutte le persone che scelgono di leggere i libri, scritti con passione, da noi autori sconosciuti. Alla prossima avventura.

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