Orchi di Stan Nicholls la droga entra nel Fantasy

Orchi di Stan Nicholls è una trilogia unica nel suo genere e che introduce, a mio parere, diverse idee originali nella narrazione. Non si tratta esclusivamente del punto di vista, come potremmo erroneamente credere ad una prima lettura.

Orchi i guardiani dei lampi

L’idea di cambiare il punto di vista tradizionale e di narrare la storia come se si fosse parte dell’Orda è bella, ma non è la parte che mi ha colpito maggiormente.

E’ vero che il fantasy barbarico di Stan Nicholls trae ispirazione da opere molto note, come Conan di Robert Ervin Howard che ha aperto nuovi orizzonti in questo genere di scrittura, ma è anche vero che soltanto Nicholls ha inserito un elemento unico: la droga.

I cristalli o PELLUCIDA di cui I Figli del Lupo si appropriano e che considerano un tesoro, altro non sono che una droga. L’errore che compie Strike, capitano degli orchi, è proprio quello di abbassare la guardia durante una missione e dare il permesso al suo gruppo di fumare una piccola parte della droga.

Ciò che lascia senza parole è che proprio da un errore del capitano, da una azione non corretta come il fumare la droga il popolo degli orchi si libera dall’oppressione e trova una sua strada. La ricerca delle stelle sarà innescata proprio dall’atto del drogarsi.

Non credo che il messaggio che lo scrittore voglia lanciare sia a favore della droga, ma si potrebbe cedere alla tentazione di dire che in qualche modo la droga abbia aperto gli occhi al popolo dell’Orda.

Napoleonardo