Crociate- Il Saladino

Il Saladino

Sono passati dieci anni da quando Arn è diventato un Templare. Dieci anni di battaglie e di guerre contro i musulmani per il possesso di Gerusalemme, dal 1099 in mano ai cristiani. Siamo nel 1177, all’epoca della terza crociata, e ad Arn manca ormai da scontare metà della penitenza che gli resta.

Il saladino

Giorno dopo giorno è riuscito a sopravvivere grazie al pensiero della sua amata, che ha giurato di sposare, e del suo figlio sconosciuto e delle continue preghiere rivolte alla Vergine. Arn è il signore di Gaza, roccaforte templare nel sud estremo del regno di Gerusalemme, ed è uno dei Templari più forti e potenti. Il destino vuole che egli, dando alla caccia ai briganti, salvi la vita ad alcuni musulmani. Tra questi c’è nientemeno che Saladino, il nemico della cristianità, l’uomo che giurato di riconquistare Gerusalemme. I due, tanto diversi si ritroveranno ad essere molto simili. Entrambi hanno rispetto per l’altro, entrambi sono convinti che non con la guerra ma con una pace si potrebbe raggiungere la convivenza pacifica di tutti i popoli nella Città Santa.

Tuttavia entrambi hanno dei doveri, l’uno di portare i musulmani alla vittoria, l’altro di obbedienza al suo ordine cavalleresco e più in generale ai suoi superiori. Si lasciano da amici, cosa paradossale, ma si scontreranno poi più volte sui campi di battaglia, vincendo prima l’uno e poi l’altro. L’autore attraverso la storia di Arn, anche qui racconta del complesso gioco di potere che si fa alla corte di Gerusalemme. Infatti, mentre da un lato i guerrieri lottano per la difesa del regno, guidati anche da persone come si deve, come il Gran Maestro dei Templari Arnoldo di Torroja, dall’altro ci sono re, regine, principi, principesse, ma anche vescovi, arcivescovi e patriarchi corrotti, meschini, attaccati ai beni terreni e che si disinteressano dei valori reali della crociata, cioè del popolo e dei luoghi santi. Tutto ciò è descritto e riportando in piena fedeltà con ciò che è successo realmente. Per colpa di Re folli, di Gran Maestri troppo legati alla fede piuttosto che alla ragione Gerusalemme verrà persa. L’autore fa in modo di spiegare la perdita, giustificandola non con la scarsità dei mezzi dell’esercito, dei Templari e degli Ospitalieri e nemmeno della loro poca bravura, ma proprio nei peccati di quella gente subdola e meschina che ha portato al crollo dell’impero. In tutto questo si arriva alla famosa Battaglia di Hattin dove i cristiani vengono annientati. Il nostro Arn si salva proprio perché Saladino ha stima di lui. Il templare viene tenuto prigioniero dal nemico, e usato nelle negoziazioni in cui egli cerca in ogni modo di salvaguardare i suoi fratelli cristiani. Qui si rivela il disegno di Dio nei confronti di Arn. Quando Saladino giunge nei pressi di Gerusalemme, vorrebbe compiere la stessa strage che i cristiani fecero quando furono loro a conquistarla. Si dice che loro fecero scorrere il sangue per le vie della città fino all’altezza della caviglia.

Ma Arn tenta di condurlo alla ragione, di convincerlo ad essere clemente, non solo per i motivi di una religione che non è di Saladino, ma anche per fini meramente terreni. Alla fine Saladino conquisterà Gerusalemme senza nemmeno uccidere un cristiano, e convince Arn che era proprio quello il destino che Dio aveva progettato per quel guerriero svedese giunto da così lontano. Salvare non la città santa, ma delle vite umane, almeno cinquecentomila.

Naemor