Il Paladino cap. 7 – Il ritorno del Silver Hand parte 2

Orgoglio del Paladino

Dopo esserci presentati, Thrall, io e Jaina salimmo di nuovo nella torre e iniziammo a discutere:
“E così siete stati battuti?” chiese Jaina.
“Si…ma come ti ho già spiegato il Re dei Lich aveva infuso loro la sete di sangue…”
“E quello sciamano?”

Naemor il paladino – audiolibro


“Circa due anni fa è entrato nel nostro consiglio. Diceva di farsi chiamare Nrer, ma chissà chi è in realtà.”
“Perché dici così?”
“Sembrava uno stupido, un inietto. Ogni tanto però gli venivano ottime idee che gli permettevano di rimanere nel consiglio, anche se a me è sempre stato molto antipatico. Non so se è grazie al Re dei Lich che lo ha reso così, oppure se quella che ha mostrato a noi era una maschera, ma un mese fa quello che mi sono trovato di fronte non era di certo uno sciocco sprovveduto.” Seguirono attimi di silenzio, durante i quali sembrava che ognuno di noi pensasse profondamente.
“Le cose sono più serie del previsto, eh Naemor?” disse Jaina rivolta a me, preoccupata.
“Si, se oltre alla guerra a Lordaeron il Re dei Lich è stato in grado di questo….vuol dire che i suoi piani sono molto più vasti…non si fermerà certo al Lordaeron…”commentai.
“Come? Guerra nel Lordaeron?” chiese Thrall sbalordito.
“Già. Sappiamo da fonti certe e confermate che di qui a cinque o quattro mesi Arthas attaccherà Lordaeron.” Gli dissi.
“Ma allora…il Silver Hand…tutto per…” iniziò a confabulare il Capo dell’Orda.
“Vedo che sei ancora perspicace…” commentò Jaina.
“E così vorresti entrare in guerra? Sei pazza Jaina! Tu non hai idea di come fossero potenti quegli orchi! E se realmente Arthas sta facendo le cose in grande tu non puoi pretendere che col solo esercito di Theramore possa riconquistare Lordaeron”
“Se permette” dissi “oltre all’esercito di Theramore abbiamo…”
“Validi alleati? Non credo che…”
“Mi faccia finire, non volevo dire alleati, ma che oltre all’esercito di Theramore c’è il Silver Hand…”
Ed egli a me:”Naemor, sembravi piuttosto sciocco quella volta a Durnholde…sono curioso di vedere come hai addestrato questo esercito. Dici che hai fatto meglio del leggendario Uther, che anche noi orchi temevamo? Io le ho affrontate quelle masse di Paladini…se permetti, non penso proprio che il tuo esercito, addestrato in meno di un mese possa essere definito tale, e anzi, addirittura comparato all’esercito del leggendario Lightbringer”
“Da dove proviene tutta questa conoscenza improvvisamente? Lei mi sottovaluta e sottovaluta i miei ragazzi. Potrà avere più esperienza di me sul campo, ma non le permetto di dire ciò…”
“Avanti Naemor, Thrall non voleva certo…” intervenne Jaina.
“Non sono venuto qui per farmi sentire prediche da un ragazzino!” esclamò Thrall incendiandosi.
“Non la sto facendo una predica!” esclamai stupito.
“Non sarei mai dovuto venire qui…”
“Perché l’ha fatto allora?”
“Avanti basta voi due!” disse Jaina. Ma poi un’altra figura entrò nella stanza.
“A dire il vero” disse Rexxar “ho convinto io il capo a venire qui e chiedere l’aiuto di voi umani.”
“Rexxar! Entra pure…”
“Ti ho visto, umano, mentre ti esercitavi con la tua truppa. Per questo ho pensato fosse saggia cosa affidarci nelle vostre mani…”
“E’ stato lui a dirmi che stavi addestrando i Paladini…gli sono sembrati molto validi…io dico che sono patetici…” disse Thrall
Prima che si potesse dir altro, intervenne Jaina, che volendo cambiare argomento al più presto disse la prima cosa che le passò per mente:
“Ma allora se la battaglia è avvenuta un mese fa, come mai sei venuto qui ferito? Chi te le ha procurate?”
“Ah” disse Thrall. Il suo volto si calmò immediatamente, la voce anche e sembrò quasi come se fosse una umiliazione dire quelle parole:
“Me le hanno fatte gli abitanti di Crossroad. Dopo la battaglia, Rexxar mi ha condotto lì, e pensavo subito di allestire un buon esercito per riconquistare la capitale, ma mi sbagliavo. I cittadini, come se già sapessero tutto da un pezzo, mi accolsero freddamente e mi prestarono soccorsi molto malvolentieri. Col passare dei giorni, l’atmosfera non migliorò: Rexxar partì di nuovo, in cerca di alleati mi disse, e io rimasi solo. Strana cosa per il leader dell’Orda vi pare? Sembravo uno sconosciuto, uno capitato lì per caso. Capii che tutti avevano perso fiducia in me, e infatti quando dissi di voler tornare a Orgrimmar con un esercito mi linciarono quasi e mi cacciarono dalla città. Rexxar ancora una volta mi ritrovò e mi parlò dei Paladini di Theramore. Discutemmo circa il chiedere il vostro aiuto, c’erano da soppesare pro e contro, ma alla fine mi convinsi ad ascoltare Rexxar…”
“Come mai quel comportamento da parte degli abitanti di Crossroad?”
“Seppi poi che Nrer li aveva ricattati: aveva esplicitamente detto loro che non li avrebbe macellati a patto che sarebbero stati zitti e non avessero collaborato.”
“Ancora più strano.” Sussurrai.
“No è semplice” disse Jaina. “E’ chiaro che questo Nrer punta anche lui a Lordaeron”
“Come? E da cosa lo deduci?” le chiesi.

Il capo dell’orda Thrall


“Il suo obbiettivo è congiungersi alle truppe di Arthas, credo, e suppongo che abbia avuto l’ordine di stroncare l’Orda. Nel senso di mandarla in uno stato in cui sia incapace di sostenere una eventuale guerra, e così si spiega perché abbiano attaccato solo e soltanto la capitale. Ed è anche logico che invece di distruggere la città hanno pensato solo ad uccidere Thrall: avrebbero mandato l’Orda in crisi.”
“E perché l’Orda sarebbe dovuta entrare in guerra?”domandai.
“Questo tocca a Thrall rivelarcelo…” disse Jaina guardandolo.
“Due mesi fa…arrivarono da noi emissari di Sylvanas che chiedevano l’alleanza. Dissero che non avevano risorse e volevano commerciare, ed erano disposti a mandarci truppe qualora ce ne fossero servite. Ora capisco perché…volevano fare in modo da avere un supporto per la futura guerra con Arthas. E guarda il caso…fu proprio Nrer a voler a tutti i costi che accettassi l’offerta…la riteneva vantaggiosa…idiota…”
“Se avessi accettato, allora entrava in gioco l’onore” disse Jaina “Non avresti più potuto tirarti indietro, e avresti dovuto seguirli in battaglia.”
“Geniale. Inoltre ciò comporta un’altra cosa.” Dissi.
“Cosa?” domandò Jaina.
“Che, volenti o nolenti, oggi o domani, Arthas sarebbe comunque arrivato fin qui.”
“E’ vero…”
“Quindi un altro motivo valido per entrare ora in guerra.”
“E’ assurdo” riprese Thrall “Voi non potete competere con…”
A questo punto,stizzito, mi alzai di scatto e mi diressi alla porta:
“Dove vai?” mi domandò Jaina.
“Attendo le tue scuse, Thrall”dissi. Egli si agitò parecchio, dato che gli diedi così d’improvviso tanta confidenza. “E lo farai quando ti avremo restituito Orgrimmar” E uscii dalla stanza.

In quello stesso momento al porto stava per arrivare una nave con le insegne di Stormwind. Ad attenderla c’erano Doroty e Relhiar, circondati da una città che era nel più totale fermento: l’arrivo del Capo dell’Orda e di una delegazione di Stormwind voleva significare che la guerra era davvero vicina e tutti iniziavano a fare congetture di come stessero andando le cose.
“La situazione è più complicata del previsto” disse Relhiar.
“Eh già. Inoltre stavo calcolando quando questa nave potesse essere salpata, per essere arrivata qualche ora prima di noi.”
“Che intendi?”
“Se noi abbiamo lasciato le coste del Regno di Stormwind quasi una settimana e mezzo fa, con una barca non molto veloce, quando sono partiti questi per arrivare qualche ora prima di noi?”
“Naemor pensava fossero i Paladini…”
“Mmm può aver ragione…vedremo presto…”
La barca lentamente si avvicinò, navigando nel calmo mare della baia della città, finchè si accostò dolcemente al molo. Subito vi discesero cinque soldati dotati di splendide armature. Uno di loro venne riconosciuto da Doroty.
“Lord Grayson Shadowbreaker” disse “che onore averla qui”
“L’onore è mio dama Prinewind” rispose il paladino che scese per ultimo, inchinandosi. Grayson Shadowbreaker era il comandante dei paladini di Stormwind, che aveva preso per serie le parole di Doroty e Jaina allorché le due maghe giunsero alla capitale.
“Come mai siete venuti in queste terre desolate?” domandò l’arcimaga.
“Abbiamo infine convinto il reggente a mandarci qui…vogliamo una prova dell’esistenza del Silver Hand…”
In quel momento per tutta la città si sentì un lungo suono di corno, e subito i cittadini si agitarono, chiedendosi cosa fosse.
“Ne avrà presto una prova” disse a quel punto Relhiar “Questo è il corno di richiamo del Silver Hand… si sta radunando nella caserma a quanto pare…e per partire…”
“Che ha in mente Naemor?”pensò tra se e se Relhiar.
“E lei, nobile paladino, deve essere…”
“Relhiar di Stormwind, Gran Maresciallo dell’Ordine” rispose in tono solenne mio fratello.
“Salute a lei…”
“Credo che Relhiar vi debba fare strada per la caserma allora, se volete vedere il Silver Hand e incontrare il Gran Maestro.” intervenne Doroty.
“Dama Proudmoore non c’è?”
“E’ alquanto occupata al momento…”
“Inoltre” disse Relhiar “Il corno viene suonato quando il Silver Hand sta per mettersi in marcia. Conviene muoverci.”
“Come mai è stato suonato ora?”
“Non ne ho idea, lo scopriremo insieme”
“Il suo seguito sarà fatto alloggiare subito” disse Doroty.
“Grazie mille. La questione mi preme molto, sarei felice di vedere questo Naemor”
“Andiamo allora” disse Relhiar.

Dopo aver fatto suonare il corno e mentre tutti i paladini si radunavano nella caserma iniziai a parlare con Anghelos.
“Che è accaduto?” mi domandò.
“Orgrimmar è stata presa…solo quella però…i ribelli non hanno preso e né prederanno mai le altre città”
“Capisco, quindi suppongo che noi andremo a liberarla per ordine della Regina”
“Non proprio. La Regina non ha ordinato nulla…”
Lasciato un perplesso Anghelos, mi rivolsi alla truppa.
“Lasceremo tra dieci minuti la città per attaccare e liberare dai ribelli Orgrimmar, che è stata presa. Le possibilità di successo sono veramente basse, dunque oggi sarà il momento di far vedere cosa avete imparato. L’esito della battaglia che intraprenderemo sarà decisiva per il vostro futuro: se fallirete non sarete paladini, se vincerete vorrà dire che sarete in grado di fronteggiare i non-morti del Re Lich, una volta a Lordaeron, e sarete in grado di portare pace nel mondo. La fuori c’è gente che vi vuole male…gente che non si fida di voi…magari vi applaudono, ridono con voi, vi elogiano, ma in cuor loro pensano che siete dei falliti. E’ arrivato il momento di dire loro che devono ricominciare da capo i loro conti, perché hanno sbagliato tutto fin dall’inizio! Noi gli dimostreremo che non siamo cavalieri, non siamo paladini, siamo il Silver Hand!! Ora preparate le vostre armature e bardate i vostri cavalli, dieci minuti e partiremo.”
Mossi per andare verso il mio cavallo, ma arrivarono Relhiar e uno strano personaggio.
“Belle parole, Lord Naemor” mi disse.
“Naemor, questi è Lord Grayson Shadowbreaker, comandante dei Paladini di Stomwind” disse Relhiar.
“Salute, Lord Grayson. Suppongo siate venuti qui per constatare la nostra esistenza…strano eh? Nati da poco e già una leggenda…Scherzi a parte, ha potuto constatare lei stesso che fisicamente ci siamo…”
“Si, sono impressionato…”
“Lo sarà ancor di più quando ci vedrà combattere.”
“Sarò ben felice di accompagnarvi allora.”
“E sia. La pregherei di restare indietro rispetto all’esercito in modo da avere ampia visuale del campo di battaglia”
“Non vuole che combatta?”
“Non voglio che lei rischi. E’ solo qui per una missione d’osservazione del resto, no? Comunque sia i Paladini stanno già avviandosi all’esterno della città per partire, sarà meglio prepararci, Relhiar”
Nell’uscire dalla caserma intorno ai paladini si radunò subito una grande folla, che li festeggiava e li acclamava. Dall’alto della sua torre Jaina era visibilmente sorpresa, tuttavia non osò esprimersi per dichiararsi favorevole o meno. Thrall invece tentò di farla parlare circa questa questione, e di come fosse solo un suicidio per Theramore mandare solo i Paladini e non tutto l’esercito. Intanto il Silver Hand si schierò fuori le mura, in attesa della partenza che doveva essere ordinata o da me o da Relhiar. Nel trambusto dell’uscita, Doroty mi si avvicino:
“Sta attento, e non essere superbo” mi disse.
“Pensi siano tanto crudeli come li descrive Thrall?”
“Credo di si, poni attenzione anche al loro capo…sento che è piuttosto forte…”
Devo dire che quelle parole mi preoccuparono come non avevano invece fatto quelle di Thrall. Ma subito liquidai la questione e iniziammo la cavalcata verso Orgrimmar. Ricordai subito, macinati i primi chilometri, delle grandi galoppate in seno all’esercito del vecchio Ordine. Ricordi di quando ero un novizio, di quando ero all’ultima fila, ancora giovane e inesperto, ma anche ricordi dei giorni in cui galoppavo in testa, vicino Uther the Lightbringer. Le paludi, inoltre, destarono in me un ricordo di un giorno che non dimenticherò mai: galoppavamo in una palude simile, e fu per la prima volta che il mio maestro mi fece conoscere il Comandante Morgraine e Tirion Fordring, due co-fondatori del Silver Hand. Fu un’emozione indescrivibile.

Il viaggio fu assurdo: attraversare la palude delle Dustwallow fu questione di poco tempo, ma come entrammo nelle caldissime Barrens, ci dovemmo fermare un giorno intero per adattarci al clima. Venivamo da una palude con un clima umido e caldo insieme, e passare tutto a un tratto a uno caldissimo ci avrebbe portato alla malattia. Per quanto riguarda l’itinerario, presa una mappa in mano, stabilii di non passare per nessuna città orchesca, o tanto vicino ad esse da esser scorti, per evitare spiacevoli sorprese. Fu semplice superare Brackenwall, villaggio di soli ogre nelle paludi, senza essere visti, coperti dalle alte selve, meno difficile, invece, fu passare inosservati a Camp Taurajo e Crossroad perché la vegetazione lì non presentava arbusti, tranne che in tre oasi splendide. Non potevamo neanche fidarci dei goblin di Ratchet. Chi ci avrebbe detto che poi magari quei farabutti avrebbero venduto nostre informazioni a Orgrimmar? Entrammo così nella regione di Durotar dopo quattro giorni in cui pensavamo non fossimo stati scorti. Grazie anche ai caratteristici canyon di questa regione arrivammo alle porte di Orgrimmar in men che non si dica, superando Razor Hill. Mandai anche esploratori sia a Northwatch Hold che Tiragarde, avamposti umani fondati da Jaina tempo addietro, ma che poi erano stati abbandonati. Il primo era in perfette condizioni, ma appunto, era isolato, mentre del secondo restavano pochi brandelli di mura. Arrivammo di sera nei pressi di Orgrimmar, e nascosi le truppe in un canyon a cinque chilometri dalle porte della capitale.
“E’ stato troppo semplice arrivare fin qui. Un esercito di 250 cavalieri non viene ignorato così” dissi a Relhiar, mentre da lontano e al sicuro studiavamo il campo della battaglia dell’indomani.
“Non so…non mi sono mai sembrati intelligenti questi orchi…”
“Perché i non-morti si? Shadowbreaker dov’è? Non vorrei fosse ammazzato domani…”
“E’ alla fine di questo accampamento provvisorio. Mi ha già detto che resterà qui domani e ci guarderà lottare”
“Bene, allora. Sarà meglio andare a riposare adesso.”

Non ebbi neanche il tempo di svegliarmi, che la battaglia ebbe inizio: una delle nostre guardie, astutissima, vide, alle prime luci del mattino, delle navi provenienti da sud avvicinarsi alla costa nei pressi della capitale. Vide poi, che i portoni del cancello di Orgrimmar, evidentemente ricostruiti, erano stati aperti e quatti quatti alcuni orchi strisciavano verso le navi, che potevano essere ad almeno a due chilometri di distanza. La guardia capì tutto, e andò a svegliarci:
“Sire, siamo stati scoperti, gli orchi si danno alla fuga” mi svegliò.
“Dannazione” poi urlando verso la truppa “Tutti in sella! Si parte verso Orgrimmar!”
Una volta in sella, ci schierammo in lunghe file e uscimmo allo scoperto: le nostre armature splendevano ancor più d’oro, sotto il caldo sole che stava nascendo, e che stava iniziando a rendere l’atmosfera ancor più calda. Alla nostra vista, Orgrimmar stessa sembrò svegliarsi. Sentimmo corni squillare, il cancello aprirsi e l’uscire delle truppe, che a distanza di circa quattro chilometri si schierarono pronte a difendersi. Giungevano a noi urla di agitazione e stridii di lame, tutto era finalmente pronto. “Lo sapevo che ci avevano avvistato da molto…e ora avrebbero voluto farci trovare la città pulita…”pensai.
“Bene ragazzi, è il momento!” urlai verso i Paladini, mentre iniziai a cavalcare dapprima lentamente verso il nemico, poi aumentando gradualmente la velocità, seguito da tutti “Oggi daremo una prova non solo a Stormwind non solo al mondo intero ma anche a noi stessi che il Silver Hand c’è, ma cosa più importante, che c’è un futuro e una speranza di vita ancora in questo mondo. Stroncare fin da ora, qui nella remota Kalimdor, la possibilità che dei parassiti facciano loro le bellezze di queste terre, darà un futuro ai nostri figli!” Ora cavalcavamo a massima velocità verso i nemici, che si avvicinavano sempre di più…”Andiamo e uccidiamoli, in nome della libertà e della pace, in nome della nostra patria!!” Tutti risposero all’unisono, e finalmente avvenne lo scontro frontale. Le prime linee nemiche vennero spazzate dalla furia impetuosa dei cavalli e dei loro cavalieri, che iniziarono a ingaggiar duelli cogli avversari.

Lord Mario