Gandalf stregone esorcista

Il Signore degli Anelli è un libro molto complesso in cui il Bene lotta con il Male di continuo e lo fa in un mondo fantasy, ma che ricorda quello in cui viviamo. Una delle immagini che mi colpisce nel secondo capitolo del libro (Le due Torri) è la figura di Re Theoden che è posseduto dal malefico Saruman.

Grazie alle sue capacità magiche, infatti, il terribile stregone bianco Saruman riesce ad impossessarsi della volontà di Re Theoden anche dalla distante Isengard.

Il Re viene così sopraffatto dalla magia che rimane inerte per anni e lascia che Vermilinguo, suo consigliere e schiavo di Saruman, lo guidi in ogni sua scelta arrivando a fargli rinnegare il suo stesso sangue.

Quando Gandalf si presenta sotto mentite spoglie di stregone grigio è, in realtà, già passato per la battaglia contro il Ballrog che lo ha reso diverso e lo fatto rinascere come Gandalf Il Bianco, molto più potente e, finalmente, a livello di Saruman.

Nel film la scena della liberazione del Re è un vero e proprio esorcismo. Il Maligno insinua persino il dubbio che se l’esorcismo avesse buon esito il corpo del vecchio re cederebbe il passo alla morte. Gandalf non si lascia ingannare e lo libera con la sua luce bianca.

Il Signore degli Anelli è un libro e un film così ricco di sfumature da avere sempre degli spunti su cui riflettere.