Il maestro di nodi (recensione)

E’ un poliziesco al contrario in cui i buoni sono i fuorilegge e i cattivi sono un gruppo di sadici, ricattatori e assassini con la fedina penale pulita.

G8 di Genova – 2001

TRAMA

La moglie di un uomo ricco e di buona reputazione sparisce senza lasciare traccia.

La moglie, Helena, una bellissima tedesca con una passione per il sado maso, partecipa come modella schiava a dei servizi fotografici e sesso violento dietro compenso. Lui si limita a guardare. Un giorno durante una sessione, la moglie viene rapita e l’uomo tramortito.

Invece che rivolgersi alla polizia, Il marito chiede aiuto a un investigatore privato che opera fuori dalla legge: l’Alligatore. Si tratta di ex galeotto ingiustamente incolpato di un crimine mai commesso solo per aver ospitato, imprudentemente, una persona a lui sconosciuta che si era poi rivelato essere un malvivente. La polizia non aveva creduto alla sua innocenza e la giustizia italiana lo aveva condannato a diversi anni di carcere. 

A fianco dell’Alligatore lavorano altri due ex galeotti. Uno è Max la Memoria detto il CICCIONE e l’altro Beniamino Rossini, un ex gangster vecchio stile con diversi principi etici e una conoscenza del mondo criminale molto forte.

Il trio di investigatori non crede ad una parola di quello che gli è stato detto, ma sono tutti e tre uomini tormentati dai ricordi della violenza, della prigionia e accettano il caso pur di salvare la donna e fermare le violenze.

Si imbatteranno in un giro a loro sconosciuto e dovranno avere a che fare con una forma di violenza e delinquenza molto lontana dalla loro e di cui hanno timore e ribrezzo.

Il Maestro di Nodi è un karateka italiano amante della cultura nipponica con la passione per il sado masochismo. Lui e la sua Gang Bang (come si auto definiscono) hanno convinzioni molto maschiliste e pensano di poter sottomettere ogni donna con violenza e soprusi. 

La storia ha come sfondo i fatti del G8 di Genova del 2001. Carlotto usa la storia recente con abilità e crea abissi di violenza facendo rivivere tramite il G8 le violenze psicologiche e fisiche subite in carcere dai tre ex detenuti.

Max la Memoria è un sognatore. Anche lui è stato in carcere ingiustamente e non ha mai ucciso un uomo in vita sua, non ama la violenza e sopratutto è deluso, come gli altri due, dalla giustizia italiana. Eppure è un fanatico sostenitore dei NO GLOBAL e si reca durante l’indagine a Genova convinto di poter partecipare ad una manifestazione pacifica.

L’intreccio fra la storia e il romanzo è perfetto. I personaggi positivi sono tormentati, ma pieni di desiderio di cambiare. 

Un romanzo che ho letto in poco tempo e che mi ha coinvolto moltissimo. Lo consiglio a tutti.