Intervista a Nicoletta Torregrossa – La custode dei Sogni

Ho, finalmente, intervistato Nicoletta Torre​grossa autrice del romanzo La Custode dei Sogni. Fra una incursione di mia figlia nella stanza, una cena veloce, i piatti da lavare e 3 favole per addormentare il mio angelo….alla fine ho realizzato una bella intervista con questa giovane autrice di Palermo che mi è tanto piaciuta sia come scrittrice che come persona.

Il tempo è volato perché Nicoletta è una persona interessante e piacevole. Avevo già avuto occasione di incontrarla a Palermo ed era molto più tesa. Con SKYPE, invece, si è rilassata e si è raccontata volentieri.

Nicoletta Torregrossa

 Ecco quanto ci siamo detti:

 Warlandia: Ciao Nicoletta, mi fa molto piacere rivederti anche se solo tramite SKYPE. Grazie per avermi concesso questa intervista.

Nicoletta: Ciao Leonardo. Grazie a te.

W: Perfetto! Cominciamo subito con le domande di rito. Raccontami la tua esperienza di scrittura. So che è nata con la passione della narrazione e che con molto lavoro si è trasformata in scrittura.

N: Per me la scrittura è un bisogno. Scrivo spesso anche se in questo momento non sto scrivendo nulla di nuovo, ma sto piuttosto correggendo parti del nuovo romanzo scritte in precedenza. Quando le ho scritte avevo la febbre a 38 e diciamo che la febbre non aiuta. Si tratta di una scena importante e la sto rivedendo da zero. E’ difficile da dire come funziona. Ho iniziato a scrivere a 14 anni ed erano poche righe, capitoli un po’ disordinati. Ho fatto “palestra” come fan writer di Harry Potter per diversi anni, ma non è mai stato nulla di serio e quello che scrivevo erano cose molto molto acerbe. Sono biologa e studio, ma la scrittura è uno sfogo non un mestiere. Aspetta ti faccio vedere (Mi ha mostrato i suoi primi quaderni con gli appunti a mano e anche la prima versione scritta tutta su un quaderno). Io lo chiamo il manoscritto anche adesso che è un libro.

W: Posso fare il cattivello? La normale famiglia inglese è molto italiana. Come mai hai deciso di ambientare a Londra il tuo romanzo? Perché non  un fantasy a Palermo?

N: All’inizio pensando ad Harry Potter non ho potuto fare a meno di ambientarlo a Londra. Era una fissazione di quando ero piccola. Successivamente ho voluto mantenere le cose come le avevo immaginavo da piccola. Come ho fatto con i nomi. Alcuni, per esempio Itanock, per me è cacofonico ma non ho voluto cambiarlo perché ci sono affezionata. Uno l’ho però cambiato: Sand prima si chiama Sandy. C’era però una ragione: il personaggio era castano con le lentiggini. Lentiggini come sabbia…sandy come sabbioso…poi ho messo Sand che ha un suono tronco e ho anche cambiato l’aspetto dell’elfo. E’ diventato biondo e poi Sandy dava un idea sbagliata.

Sand e Matilda su SKYPE con Warlandia.it
Sand e Matilda su SKYPE con Warlandia.it

W: Si diciamo che suonava un po’ troppo femminile, no?

N: Si anche questo è vero. Molti mi hanno chiesto se è stato inspirato da Sandman di Neil Gaiman, ma non è così che è nato quel nome.

 

W: I tre personaggi più importanti del romanzo sono Matilda, Sand e Itanock. A chi sei più affezionata?

N: Ho un rapporto di odio e amore con l’elfo.Più che altro perché è più con lui che ho a che fare e con il quale scrivo davvero la storia! Ha probabilmente un ruolo più importante degli altri. La mia editor, Claudia Sabella, lo definisce il motore della storia. Tutto si scatena a causa sua, la storia muove io suoi primi passi quando lui entra nella vita di Matilda. E’ Sand che spiega al lettore e a Matilda le regole del mondo onirico. E’ il personaggio che si mette più in gioco degli altri e che  mette in discussione se stesso. Ed è sempre lui che si lamenta se non mi metto a scrivere per tempi troppo lunghi…

Con Itanock il rapporto è diverso. All’inizio mi era pure antipatico, gli avevo dato soltanto il ruolo di cattivo, ma poi pian piano ha svelato la sua parte più interessante. Itanock e Sand avevano un rapporto di amicizia forte. Sono come due fratelli che hanno litigato. Sai di quelle liti di famiglia che creano divisioni enormi. Ho intenzione di spiegare nei prossimi volumi come era il loro rapporto prima della lite, ho voglia di raccontare quanto fossero amici. Matilda è in parte Nicoletta, ma forse ciascuno dei personaggi lo è in piccola parte. Sono i miei personaggi che mi parlano e si raccontano!

W: Qualche altro personaggio a cui sei legata?

N:  Sicuramente adoro Zamir. In generale mi piacciono i Mandrak, ma lui è importante. Non posso rivelare nulla ma sarà importante. Mi scappa di parlarti di un personaggio che ho soltanto introdotto nel primo volume. Ricordi la scena in cui nasce un sogno cosciente? Non era buttato li per caso, avrà un ruolo nei prossimi volumi…lo vedrete!

W: E tu ai sogni ci credi?

N: Si, ci credo moltissimo. Ti voglio raccontare una storia: “Mio nonno aveva imposto a mia madre di non fare l’Accademia delle Belle Arti rovinando il suo sogno di artista. Per lui quello era qualcosa di lontano dalla realtà e che non avrebbe mai portato a qualcosa di concreto.”

All’inizio anche io pensavo che non si vive di frivolezze, ma poi mi sono ravveduta quando sono entrata a contatto con dei fumettisti. Incontrando le persone che lavorano in quel mondo ho capito che potevo vivere il mio sogno pur mantenendo i piedi per terra. Allo stesso tempo non mollo la mia Biologia…sai che ho preso la laurea triennale in Biologia e sto proseguendo magari un po’ lentamente. Ho fatto la tesi al CNR di Monterotondo con molto impegni e buoni risultati. Insomma, anche io credo nei miei sogni.

 

W: Pensi che i lettori ti abbiano capita?

N: A volte parlando con chi ha letto il libro penso che in pochi abbiano capito che quel che è realmente successo nel finale. Mi piace immaginare quanto sarà grande la loro sorpresa quando leggeranno il seguito!!!

A volte, però, le persone hanno trovato aspetti che io stessa non avevo individuato. La mia editor, per esempio, è quella che ha trovato la morale della mia storia: “I sogni non sono reali, ma devi imparare a credere in essi”.

W: I sogni di un bambino possono dare vita a qualcosa di concreto. L’idea è bellissima, ma come ti è venuta?

N: Diciamo che di base do un ruolo fondamentale ai bambini. Ho un rapporto bellissimo con i miei  nipoti….speciale…Ne ho tre e sono adorabili. Ho persino in mente di scrivere un racconto sui bambini. Mi hanno fatto capire quanto sia importante l’immaginazione. Quando la realtà non è distorta…Sto parlando di bambini sereni, quelli che non vivono guerre, difficoltà in casa o altri disagi.  Come dice Itanock, i sogni sono belli ma finti…un modo per  fuggire dalla realtà. Gli incubi sono quasi più veri…abbiamo maggiore coscienza delle nostre paure che dei nostri sogni.

 

W: Una piccola curiosità. Morpheus, il gatto di Matilda, è in realtà il tuo?

N:  Si, ma in realtà la mia è una femminuccia e si chiama Miru (bel gattino, l’ho visto tramite la webcam)

W: Altra piccola osservazione cattivella, ma che nasce dalla stima che ho per te. Perché non provi a pubblicare il romanzo in formato elettronico a un prezzo più contenuto? Lo dico perché da lettore non comprerei un romanzo di una esordiente a prezzo pieno. Che ne pensi?

N: Sono d’accordo sull’idea, ma i tempi non sono maturi. Diciamo che quando sarà possibile si farà sicuramente. Anche io ho ricevuto un e-reader e lo uso perché è comodo da portare in borsa, ma non ha lo stesso fascino del libro di carta. Magari è banale, ma a me piace la carta e il suo odore. Quando mi hanno dato la prima copia del mio libro l’ho aperto e annusato per sentire che odore aveva la mia storia.

W: E dell’esperienza editoriale che ci dici? Come hai approcciato le case editrici?

N: A gennaio 2013 ho conosciuto Alessia Fiorentino (è fantastica: è un folletto!). Ora ti racconto…avevo scritto solo sei capitoli, ero lentissima, ma molti amici mi stimolavano a chiedere in giro come funzionava il sistema, contattare qualche editore. Io ero indecisa perché, in fondo, il romanzo ancora non esisteva in forma definitiva. Eppure mi sono convinta a fare un giro e ho iniziato da Flaccovio, essendo di Palermo. Loro mi hanno detto che avevano avuto una buona esperienza di fantasy con un’altra giovane autrice palermitana: Alessia Fiorentino. Mi dissero che avrei potuto confrontarmi con lei. Io avevo persino il suo primo SITAEL, prestito di una delle mie sorelle, che lo aveva adorato. Mi diceva che dovevo leggerlo, che era per me, ma io non lo avevo letto. Poi mi sono convinta e ho cercato Alessia, mia sorella mi ha passato il contatto su Facebook e io le ho scritto una cosa tipo: “Ciao tu non conosci me, ma io conosco te…”. Lei mi ha accolta con entusiasmo, come è solita fare, e mi ha contagiata e convinta a proseguire. Il resto del romanzo l’ho scritto di un fiato. Poi ho conosciuto la ELPIS, ho presentato il manoscritto esattamente come avevo fatto con tante altre case editrici e, dopo qualche settimana ho ricevuto la loro risposta. Da quel momento ho visto questo mio progetto trasformarsi  in realtà.

W: Adesso dimmi se ho colto nel segno su Itanock, cattivo del libro. Ti dico chi è per me e poi mi dirai cosa ne pensi.

Itanock ha deciso di rubare l’essenza dei sogni assorbendola per diventare umano. Nonostante sia il personaggio negativo del romanzo, sembra avere paura degli incubi (lui è un sogno cosciente non un incubo), teme i mandrak e se ne serve con timore, ogni sua azione è perpetrata per raggiungere lo scopo di divenire egli stesso un umano cambiando la sua vera natura. In realtà sembra essere il personaggio più fragile della storia proprio perché non accetta la sua stessa natura. In poche parole non FA PAURA, ma HA PAURA lui stesso di quel mondo terribile in cui abita. Una nota: Itanock ricorda con nostalgia un momento passato nel mondo reale insieme al suo creatore. Il sogno cosciente amava la sveglia sul comodino del suo creatore perché scandiva il tempo e gli ricordava che il mondo reale è mutevole. Ancora un segno della difficoltà da parte del sogno di accettare la propria eternità invariabile bollata come insopportabile. E’, probabilmente, il personaggio più complesso dell’intero romanzo per questa sua smania di essere reale.

N: E’ meraviglioso…quello che hai detto è assolutamente perfetto…il finale lo svela…Sand è  estremamente insicuro…Itanok è uno che cerca di sembrare figo, ma ha molta paura anche lui….

W: Hai uno o più libri preferiti? Spiegaci perché e raccontati qualche aneddoto.

N: Da  piccola ti avrei detto senza esitazione Viaggio al centro della terra di Verne, ma qualche anno dopo non ho dubbi: Harry Potter! Scrivo sempre ascoltando musica, in particolare la  colonna sonora che mi ha dedicato il mio amico Andrea, ma quando ho scritto la battaglia finale ho messo la colonna sonora della battaglia ad Hogwarts. Si tratta di un combattimento intenso e veloce…

Devo dire che amo da impazzire anche La guerra degli elfi di Brennan e che ho avuto la fortunata occasione di conoscere l’autore.

W: Ma dai? Dimmi…

N: Si una volta ero al Lucca Comix e partecipavo a un incontro di scrittura creativa con lui. Ero arrivata molto in anticipo e avevo passato il tempo a fare un disegno del mio elfo scrivendo un breve plot sul retro del foglio quando mi sono ritrovata proprio Brennan con moglie al seguito che mi ha chiesto se il posto accanto al mio fosse libero. Io, emozionatissima, gli ho detto di si e ho attaccato bottone anche se in un primo momento avevo pensato di scappar via. Sai in realtà sono una gran timida, ma ho imparato ad aprirmi quando vendevo tabacchi come rappresentante. Ho allenato la faccia tosta…odiavo quel lavoro io che neanche fumo, ma mi per servivano i soldi e ho stretto i denti…insomma alla fine sono diventata una gran chiacchierona! In quell’occasione mi è servita la faccia tosta: gli ho mostrato il mio lavoro e lui mi ha chiesto chi fosse l’elfo, mi ha chiesto dii raccontargli la storia. Abbiamo discusso e alla fine del workshop lui ha mostrato a tutti il mio disegno e mi ha chiesto di alzarmi in piedi e raccontare a tutti di Sand. Ormai siamo sempre in contatto tramite mail. Gli ho persino inviato una copia del mio libro anche se è in italiano. Lui mi ha sostenuta…gli farò avere una traduzione in inglese quanto prima.

W: Che libro hai sul comodino?

N: Ne ho diversi, ma al momento sto leggendo SITAEL 2 di Alessia Fiorentino! Precisiamo: non leggo solo fantasy, amo anche la fantascienza e altri generi.

W: Serie TV o film?

N: Li amo in equa parte…mi piace moltissimo la serie The games of Thrones…adoro Dragon Trainer….Sono così appassionata di alcune serie TV che le vedo su internet alle 3 del mattino in inglese. Mi piace anche il cinema…e i commenti di chi li vede…li vedo anche con il mio ragazzo a casa…le serie TV sono più per me, a lui non piacciono in lingua originale.

W: Ecco un pezzo di privato che emerge. Hai un ragazzo!

N: Ah certo, te lo presento subito….ed eccolo in cam! Lui è al 60% il mio Sand in carne ed ossa. Stiamo insieme da ben 11 anni!

W: Dato che sei bravissima a disegnare, hai pensato ad un possibile fumetto basato sul tuo romanzo?

N:  Una mia amica fumettista mi ha insegnato qualcosa, ma sono praticamente autodidatta…ho iniziato a disegnare il primo Sand quando ero piccina (e me lo mostra!). In tutta sincerità mi mancano gli strumenti per  farlo anche se mi piace l’idea. La storia è nata con le illustrazioni e non me le sento. Mi piacerebbe un giorno avere la disponibilità economica per farlo realizzare a un professionista…(poi mi mostra un fumetto realizzato anni prima da lei…)

W: Per cosa si emoziona Nicoletta oggi?

N:  Per il mio libro e quello che orbita intorno a questa situazione. Ad uno degli ultimi eventi da mondo libri mi si è avvicinata una ragazzina di dieci anni, lei era emozionata ed io più di lei.

Fra i vari impegni promozionali del libro mi hanno fissato un appuntamento con   una scuola media! Alcuni ragazzi hanno letto il libro. Sono emozionatissima all’idea di incontrarli. Sai le persone di una certa età sono più contenute, ma i piccoli sono spontanei nel loro entusiasmo. Hanno ancora una forte  capacità di sognare. Questa è l’anima della storia! Direi anche che mi emoziono quando penso alla vita incredibile che ho vissuto e che ogni cosa non è fatta per caso. Quando ero ragazzina una mia amica mi chiese come mi ero fatta un livido sul braccio sinistro. Era anche parecchio brutto! Ed io le risposi che avevo combattuto contro un troll quella notte. Insomma nulla è per caso!

W: Che rapporto hai con il tuo editor? Raccontaci la tua esperienza.

N: La sento in continuazione e abbiamo un rapporto bellissimo. Mi sono fidata tantissimo e ho fatto bene: mi ha dato stimoli incredibili ed è sempre impeccabile non solo professionalmente. E’ paziente con me. Lei dice di me che sono frizzante, io direi una rompina! Mi accompagna ad ogni evento, è presente in ogni senso.

W: Per essere il tuo primo romanzo io direi che è un buon successo. Te lo aspettavi?

N: Assolutamente no! Se consideri che se non fosse stato per la mia collega e miei amici, non avrei neanche provato a pubblicarlo. Non immaginavo di fare il tutto esaurito! Lo sai che c’erano 150 persone alla prima presentazione? Aggiungo che non sento il libro come mio ma era già nato per gli altri. Considera che nasce da fiabe per le mie sorelline. I commenti delle mie sorelle mi emozionano più di quelli degli altri. La mia sorella più piccola storce un po’ il naso su alcune scelte editoriali, ma le è piaciuto tantissimo. Mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Mia sorella Federica (la seconda) conosce il seguito. Oltre Claudia, l’editor, è l’unica a conoscere il punto nevralgico della storia.

W: I tuoi personaggi sono come figli: un giorno cresceranno e dovrai lasciarli andare. Immagino tu non sia pronta, ma cosa provi all’idea di crearne di nuovi per una storia diversa?

N: Non sento i personaggi come figli! Soprattutto Matilda, è troppo parte di me per essere una figlia. Meno che mai Itanock. Anche quando la storia sarà finita non finirà per me. I miei personaggi mi parlano e lo faranno sempre. Ho già due nuove storie in  testa. Non so quale inizierò prima. Mi piacerebbe sviluppare la storia di Alba, ma non come spin-off. Vorrei che fosse una storia a sé. Alba non è  solo il soldato inventato da Navarro. Avrà altre caratteristiche! Ho anche in mente una storia sui miei nipoti, chissà.

W: Come concili la tua vita di biologa con quella di sognatrice?

N: Fin quando non lo hai fatto notare tu non mi ero accorta che il mio approccio scientifico traspaia nel modo di vedere il mondo di Matilda.  Sai quando lei fa notare a Sand che forse tutto quello che lui sa del mondo onirico è solo frutto di ciò che gli hanno raccontato, ma potrebbe essere diverso! Non ci avevo fatto caso, ero concentrata su altro, infatti è nella seconda parte del romanzo che la mia biologia scatena!!!

W: Che vuoi fare da “grande”?

N:  Questa è una domanda atroce! Mi avresti visto scoppiare in lacrime se me lo avessi chiesto mesi fa. Dopo la laurea mi sono concentrata sul libro e poi ho ripreso a studiare dopo tempo che avevo interrotto…che fatica! La mia passione è la scrittura ma adoro anche l’animazione e mi sarebbe piaciuto studiare seriamente come si realizzano tecnicamente. Tutto nasce dai cartoni di animazione come Aladdin, poi Anastasia e, infine, il mio preferito: Dragon Trainer. Il problema vero è che ho quasi trenta anni. E’ una questione di responsabilità verso me stessa: dopo tutto il tempo speso per studiare biologia, non me la sono sentita di ricominciare da capo in un ambito completamente diverso. Nel mio futuro non so ancora cosa farò di preciso…però vorrei fare la microbiologa per impianti di depurazione e continuare comunque a scrivere!

W: Non hai paura di svelarti attraverso la tua storia e i tuoi personaggi?

N: Ho fatto aprire la scatola! Non la si chiude ormai. Alcune volte scelgo di mostrarmi attraverso i personaggi, altre volte no: è inconsapevole, ma non ho paura.

W: Saluta gli amici di Warlandia.it come meglio credi.

N: Ciao a tutti!! E grazie per la bellissima chiacchierata!!