Orchi un amore a prima vista

Il mio amore per il fantasy e, in particolare per gli orchi, è nato circa 20 anni fa ai tempi del primo videogame RST (real time strategy) chiamato Warcraft: Humans and Orcs.

Come non innamorarsi di quegli esseri buffi con voci roche (la versione che avevo era in inglese) e che borbottavano frasi più o meno incomprensibili?

uomini e orchi

La scelta fra il bene e il male direte voi. Ma no: la scelta fu fra la simpatia e la goffagine degli orchi e il rigore militare e l’ordine degli umani.

L’immaginario collettivo ha, infatti, sempre messo l’etichetta ORCO a persone con comportamenti etici riprovevoli e ne ha dipinto l’aspetto con tratti animali, grotteschi e al limite del mostruoso.

Tolkien ha sicuramente potenziato l’immagine negativa degli orchi dipingendoli come creature del male. Essendo un amante del mondo di Tolkien ho ereditato una forma di identificazione fra orchi e Male, ma l’amore per i miei piccoli amici verdi è più forte e, si sa, con gli occhi dell’amore anche una terribile creatura verde armata di ascia a doppia lama diventa un simpaticone sgozzatore di orribili creature rosa (gli umani).

Da anni ho persino difficoltà a chiamare i miei simili con il termine UOMINI. Uso piuttosto la parola UMANI proprio a indicare la razza e non la civiltà che caratterizza il popolo in questione.

Jennesta – Orchi – Stan Nicholls

Il triplice romanzo di Stan Nicholls e diverse altre opere letterarie hanno, infine, contribuito a fissare nella mia mente l’immagine degli orchi come di un popolo nobile e da ammirare.

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